Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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infinito che habbiamo di giustificare che nel principio della guarnigione presente habbiamo obbediti et eseguiti gli ordini suoi et particolarmente intorno al comparire noi armati et correr lancio alle esercitazioni conforme al solito, siccome dispone il p.° cap. delle suo regolazioni fatte sotto il 15 ( J2, ot sebbene il p.° giorno solo in occasiono di certa rassegna chiamata da noi delle scile siamo comparsi a cavallo disarmati conforme all’osservanza di tanti anni, che nessuno di noi non ha memoria in contrario, habbiamo però dopo più et più volto montato armati et corso molto lancio, di cho so fosse stato scritto alla Serenità vostra, come di quello et corno si doveva, noi non saressimo caduti in concetto suo di poco obbedienti, come habbiamo compreso esser successo, havendoci l’ill-o Sig. Cap. ili Padoa di ciò per lettere havute di Y.ra Serenità avvisati. llora di questa verità accertata, lei et noi viveremo più consolati della buona gratia sua et ella restarà più sicura della devotione ot obbedienza nostra, della quale speriamo non bavera mai da dubitare, conservando memoria dell’ antica et fedel servitù dello caso nostro et dei nostri antecessori. Tanti dei quali in ogni tempo, luogo et occasione hanno prontamente sempre esposta la vita et la roba loro in servitio di questo Serenis-o Dominio, come facciamo et faremo anchor noi con ogni affetto, il che ci fa promettere dalla Benignità Sua ogni giusta gratia. E perciò fatti arditi la supplichiamo che si degni favorire di due cose, l’una che conservi l’honore alle persone nostre per il grado che teniamo, l’altra che faciliti il servitio suo con la remissione delli huomini d’arme, cose da noi sommamente desiderate. Quello che spetta all’ honore delle persone nostre sono le pecuniarie pene imposteci contrarie al genio nostro che serviamo por honore, solo oggetto in la militare professione che esercitiamo. A questo si aggiunge che da che non ci è dato da lei per superiore vengono date interpretazioni alle leggi et ordini suoi a pregiuditio nostro diverse da quello che è la benigna mento della Serenità V.ra, perchè oltre lo altre cose non crediamo ohe sia sua monto porci in obbligo di correr lancio in pubblico per far prova del saper nostro, perchè diminuirebbe molto la conditione doli’eletto per capo rendendolo eguale al privato soldato. Raccordandole di più con ogni reverenza, ohe il disciplinare il soldato in pubblico come, pare si voglia introdurre, è di nessun frutto alla Serenità V.ra, poiché in tal luogo si deve comparire piuttosto esercitati, che in atto di disciplinare. Quanto poi all’altra cosa che tocca alla remissione dogli huomeni d’arme, la strettezza dei tempi presenti c la penuria di tutte le cose con la inosservanza delle leggi di V'. Serenità in questo prò-