Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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posito, difficolta il riempire delle bande, anzi questa le tiene vuote, et noti la colpa o mancamento nostro, clic siccome non ne riceviamo comodo alcuno restando il denaro in Signoria, così non doveressimo (reverentemente parlando) esserne tassati, nè puniti, non essendo alcuno di noi che tralasciasse opra possibile et per servitio di Vostra Serenità et per propria reputatione, acciò le bande restassero pione. Però la supplichiamo elio si degni por gratia sua sollevarne a honor nostro da. dette pene et provvedere al resto dotto di sopra, come meglio parerà alla somma provvidenza sua et in particulare ancora alle vecchie et nuove gravezze imposteci dalla banda nei stipendii nostri grossamente et in qnello anco dei soldati senza saputa della Serenità V.ra dalla quale siamo sicuri non saranno tollerati, dovendo restar in arbitrio nostro, il far donativi noi del nostro alla Banca, come o a chi a noi pare, compiacendosi ella anchora in bonotìtio dei soldati commettere che sia eseguita la parte dell’Ecc. Sonato che dispone che gli corra lo stipendio dal giorno della prima mostra, essendo approvato che per benignità sua comportarà anco che la nuova retentione dei capisoldi fattaci al presente contro la parte dell’ Kcc. Sonato suo in questa materia disponenti. Consolando li suoi huomeni d'arme con la commissione che siano esseguite le sue sante leggi, osservati li loro privilegi et dispensatili talhora da alcuna cosa, dove non concerna l’interesse del servitio di V.ra Serenità, acciò potessero più prontamente esibirsi et servire et nel servitio perpetuare. Soggiungendole anchora il desiderio nostro in proposito della precedenza fra noi che saria la degnasse dar ordine che fosse osservato 1’ uso antico qual è, che chi averà il merito di più antica servitù con lei, habbia anchora dovutamente il primo luogo o fra I'eguali l’età prevaglia. Resta che siccome noi non usciremo dai termini rio! grado che teniamo dalla Serenità Vostra, cosi ella si compiaccia commettere elio li altri anchora che la servano stiano nei termini del grado da quella concessali et non che li eccedine con noi a fini 1 cho non habbiano da reclamare ai piedi suoi, ma unitamente attendere al buon servitio suo. Degni dunque la Serenità V.ra in gratia d’esaudire in le cose suddette le comuni preghiere di tanti humili suoi servi, che così uniti non riiahbiamo già tanto et tanto tempo nè supplicata, uè molestata d’alouna cosa mai, acciò per questa prima volta non restiamo fraudati della ferma speranza che habbiamo della benignità et indulgentia sua che larghissima s’estende anco nei non meritevoli et che non la servono come facciamo noi, supplendo con la mera gratia sua dove non arrivasse il merito della servitù nostra, che in quosto grado la riceveremo e la riconosceremo.