Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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bianchissime piume, dalle quali sorgea un gran mazo di aeroni, che mostra reale facea. Copriva la dura coraza una casacha con sagrane di velato verde, tato ricamato d’oro et argento con tanta arte et spesa che ne stupiva ognuno. Ne runa mano la brilgia et ne l’altra una aceta traeva, lavorata dì solidissimo lavoro di Gemina, nel cui manico oravi un secreto di una punta longa et pungente per poter ferire il nemico di lontano, onde V. S. deto haverebe questo cavaliere, non meno nel li atti che nel nome, assomilgiarsi al Dio delle batalgie. «Il palafreno andava altiero di sella et fornimenti verdi ricamati pur della istessa maniera, nella quale il sagrane era e di una colami o monile che il collo li ornava, arechito di porle et colgie marine d'or battuto, da cui pendeva al peto l’impresa del condotterò, la quale era un cavai 'marino pur d’oro, sopramodo riguardevole e raro con il motto : qua fata dabunt . Sopra la qual impresa non starò io a discorrere, poscia che Y. S., con il bellissimo suo ingegno, potrà in essa scoprire l’intenzione del cavaliere sviserato nei servitio del suo principe. Elgi atorniato veniva da sei staiteli vestiti in punto di veluto verde ricamato a livrea, che rendevano maestà infinita. « Poco dopo ne seguiva tuta la banda degli huomeni d’arme, a tre a tre, con casache di veluto verde, ricamate come già dissi et cappelli, benissimo a cavallo, su corsieri suoi con simieri dicti frontaleti, sello di veluto et fornimenti alla livrea parate. «In un animoso corsiero leardo, con un paio di lanche a lato, compariva l’altiero armato di lucidissime arme et con saione siondo tuto coperto di ricamo d’oro et argento et cappello pur ricamato et cinto di faci a con geme et oro a cui facevano corona cinque stafieri con livrea di veluto verde a folgiami et fondo d’oro, che splendea molto, ma solo ogni altra cosa lo faceva grato ad ognuno et specialmente a dame, Tesser elgi giovane olir a la nobiltà garbato