Genti d'arme della Repubblica di Venezia

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contesto (Toro, e li suoi capelli haveano alla deta fogia di ondigiante adorni ; tra questi cavali oravi un arabo contra modo bello, il quale, dallo canenti trombe invitato, vedeasi, nitrendo et il spumoso freno mordendo, d’ogni intorno agirarsi et con l'armato piede la dura terra ferendo, batalgia , hatalgia, acenare. Ve n’erano anche tre bardati due di lame di ferro con rilevo et gravatura adorata et uno di malgia, sopra cui sedeva un pagio, appresso del quale veniva il compagno sopra un superbo morello che bellissima vista faceano. « Si movea anco tra questi un titan di Spagna leardo, a cui per temprar la tropa braura et focosa volgi a, haveano posti gli occhiali, li quali non impedivano perciò che elgi, così fato cico, non dese segno dii valor suo in diverse guerre provato et conosciuto da patroni. Per compagni vi si vedeano due turchi oltramodo pronti allo volge dei suoi accessori, che dui pagi erano, Funo dei quali traeva sagalgia, morione con simiero et scudo seminati et con rilievi tali per entro, che Appelle et il Bouaroti non haverebono sdegnato lo scultore, Faltro regeva una grossa et soda lancia et un fortissimo elmo, a cui faceva cimiero ima piramide di piume et fiori d'oro maestrevolmente compartiti che grata vista ad ognuno rendea. Seguiva a questo il cavalerizo sopra un corsiero leardo di gran manegio, vestito pur come li 4 pagi di casache et calze di voluto verde ricamate, facie large 4 dita di ricamo di tubi d'oro et argento et cappelli pur di velato con bende d’oro et piume. « Non molto longi de questo, con grave passo, Y. S. haverebbe visto venire il condutiere, armato di finissime et superbissime arme, in un ganeto di segno baio nomato il preneipe, per quanto intesi. Cavallo veramente degno di tal nome per la molta nobiltà che elgi nelle fateze e nel pasegio suo mostrava. Ad esso condottiero la chioma ornava un cappello verde tempestato di perle, con facia pur con perle grossissime et gioie da dota mano conteste et