Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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seniore, che tutti i discorsi terminava col “ Delenda est Carthago Cartagine che da tredici secoli rappresentava nel Mediterraneo la civiltà marinara e mercantile, aveva dovuto cedere isole, navigli e perfino il suolo suo proprio, alle invincibili aquile romane, aspiranti al dominio del mondo ! La seconda guerra punica, durata oltre tre lustri, dal 201 al 217, si svolse in Italia, e il Sarmio Frentano ne fu per lungo tempo teatro. Annibaie, il gran capitano cartaginese, aveva concepito 1’ arditissimo e geniale disegno di portare la guerra nel grembo della nazione nemica. Egli carezzava la lusinga che un potente esercito il quale riuscisse ad accampare nelle provincie prossime all’ urbe inviolata, potesse eccitare le tendenze separatiste ed irredentiste delle varie regioni italiche che Roma aveva rese soggette, suscitando una sollevazione generale, di cui egli avrebbe fatto tesoro. Le provincie compresero a fondo il programma del conquistatore, ma non Io secondarono. Si poteva invidiare la fortuna di Roma, sì poteva anzi odiare Roma ; ma non era il caso di preferire la dominazione straniera con l’aggravio della razza di colore ! Annibaie impiegò cinque mesi per condurre l’esercito dalla Spagna in Italia, attraverso le Alpi. Accolto favorevolmente dalle popolazioni settentrionali. marciò sulla Toscana, ed addentratosi nell’ Umbria seppe trarre nello insidie del Trasimeno le legioni romane che vi orano accampate. Il consolo Flaminio fu completamente battuto, e peri. Roma ebbe all 1 improvviso la terrifica notizia della sconfìtta. Le milizie cartaginesi infatuate dalla vittoria volevano marciare su Roma, e la storia del mondo chi sa quale direttiva avrebbe assunta. Annibaie non volle e tenne duro. II fato di Roma gli cerchiava di nebbia l’intelletto, o fu Roma che non chiedendo nè tregua, nè pace gli precluse ogni ragionevole lusinga alla gesta ? Montesquieu inclina a questo giudizio. Annibale, rinunciando a qualunque atto avventuroso e ad ogni audacia intempestiva, preferì di circoscrìvere il raggio d’azione della formidabile nemica. Occupò l’Umbria, s’inoltrò fra i Piceni, scorazzò per gli Abbruzzi e venne ad accampare nell’agro frentano, con l’obbiettivo di passare nella Puglia. Roma gli mosse contro Fabio Massimo, dittatore, ed Annibale procurò più volte di attaccar battaglia. Invano, però, chè il “ cunctator „ cedeva sistematicamente il terreno. Cosi, dopo aver desolata la Puglia, il duce cartaginese invase il Sannio e la Campania, e tentò impadronirsi di Capua. Fabio lasciava fare e tenevasi a distanza. Polibio tratta ampiamente di questo periodo campale, con assai minore confusione che non si riscontri in Livio, e noi ricorreremo alla sua testimonianza. Informato Annibaie scrive lo storico arcade “ gna intorno a Luceria ed a Geranio v’ aveva moltissimo frumento, e “ che Geranio era luogo opportuno per accozzarvelo, risolvette di aver-