Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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Odoacre, il nuovo padrone d’ltalia, capo degli Bruii e dei Turingi, regnò diciassette anni, insino al 493, non già col titolo di He come sovente si legge negli storici sibbene con ufficio consolare e quale vicario dell’ Imperatore d’Oriente. I Ho barbari, nota il Bryce, per alcuni secoli non adoperarono titoli territoriali (63). * * * L’imperatore Zenone sedeva sul trono di Bisanzio, geloso della fama che circondava Teodorico, suo suddito, o capo degli Ostrogoti (i Goti dell’est) dimoranti nella Pannonia e nell’llliria. Teodorico, che pur tanti benefici aveva ricevuti dal sovrano, avvistosi della disgrazia in cui era caduto, marciò verso la capitale in attitudine ostile. Che cosa voleva il prode guerriero ? Egli voleva sottrarsi alla soggezione imperiale, ed esulare dall’ Oriente dove destava apprensioni e sospetti. Voleva sottomettere a sè 1’ Italia sottraendola ad Odoacre. Una volta re d’ltalia, ogni nube fra l’imperatore ed il suddito sarebbe dileguata, e tornata fra loro la buona amicizia d’un tempo. Espose siffatto programma a Zenone, e Zenone annui. Teodorico invase il Veneto, e dopo aspre battaglio astrinse Odoacre a Ravenna, lo prese e Io uccise ; o con questa tragedia regia s’iniziò fra noi nel 493 e si stabili poi la dominazione dei Goti, formalmente subordinata all’ Impero d’ Oriente, come è ben noto, e come meglio rilevano le monete italiche del tempo, recanti tutte 1’ effigie imperiale e il solo nome del vicario goto. Teodorieo cessò di vivere nel 526, un anno dopo la morte da lui decretata contro Cassìodoro, Simmaco e Boezio suoi ministri : uomini sapienti e precursori, che gli avevano procurato fama di buon re, secondandolo nella conservazione delle tradizioni romane e della romana legislazione, e nello straordinario impulso che egli impresse ai commerci ed alla pubblica economia. Egli rifulge nella storia del VI secolo pel programma di fusione fra lo stirpi dei soggetti, per l’egualità di trattamento osservata verso ciascuna e tutto, per la rifioritura delle arti e del vivere civile, per la prosperità dell’agricoltura : e il palazzo di Verona, nel quale la leggenda Io ammira fra gli splendori dello vittorie e le cure dello Stato, risuona nell’epopea coeva dei Nibelungi, A Teodorico successe il nipote da figlia Atalarico, giovinetto bilustre, che mori nel 534 di abusi afrodisii ; ed a costui Toodato nipote del gran re qual figlio di una di lui sorella. Teodato, in fondo, non era che un simbolo messo su dal partito ultranazionalista, desideroso di prepotere negli affari del regno in opposizione di Araalassunta. Amalassunta, la giunonìa figliuola di Teodorieo, e madre infelice del degenere Atalarico, aveva concorso alla elezione di Teodato ; ma non ne approvava il programma, nè simpatizzava col personale di cui si era