Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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sistere, si arrese salvi gli averi ela vita, ed esulò in Provenza, dove qualche anno appresso mori. Corrado di Luzelinhart (cui venne affibiato il nomignolo di “ Mosca in Cervello „ per l’indole bizzarra e stravagante) fu nello stesso anno 1193 creato Conte di Molise. Era un valoroso e fedele soldato, e del suo valore aveva dato prova nell’assedio di Capua, allorché ridotto all’estreme strettezze, aveva ottenuto di uscire dalla vecchia città con l’onoro delle armi. Nel maggio del 1198, essendo morto Bertoldo - comandante generale dell’esercito imperiale nell’assedio di Montoroduni (81,1, Mosca in Cervello n’ora stato il successore. Corrado mori nel 1197. In un diploma imperiale del 30 marzo 1195, relativo alla donazione della terra di Morcogliano al monastero di Montevergine, figura la sua firma “ Corradus Marchisius de Molisio „ la quale fece ritenere a qualche storico che “ Marchisius „ fosse il di lui cognome specifico ; mentre egli adoperava il “ marchisius „ nel senso tedesco di titolare della “ marca „ del Molise. Ciò che conferma quanto abbiamo esposto, nel capitolo precedente, in rapporto a Molisio o Marchisio, voluti ma non veri cognomi. Marcovaldo de Menunder nel 1197 ebbe l'investitura della Contea di Molise. Era già Siniscalco dell’ Impero, duca di Ravenna, e “ marchisius „ di Ancona, e fra i primari condottieri delle armi sveve. Morto Arrigo II nel 1197, egli, di fronte ad una donna quale era Costanza ed un fanciullo di appena due anni, quanti allora contava Federico erede del trono, si considerò il più eminente rappresentante della parte ghibellina e degli interessi tedeschi, o concepi l’insano disegno di ascendere al trono di Sicilia. La regina Costanza riuscì a confinarlo nella Marca d’Ancona, o finché ella fu in vita non potè allontanarsene. Morta Costanza nel 1198, Marcovaldo Conte di Molise non fece più mistero dei propri esorbitanti propositi. Tornò nella Contea, che assoggettò di fatto, assediò e saccheggiò Capua difesa dallo armi pontificie condotte da Landono di Montelongo, o cinse d’assedio Montecassino. II pontefice Innocenzo 111 ( tutore dell’ imperatore per testamento di Costanza) gli lanciò la scomunica. L’audace avventuriero tentò allora la corruzione, promettendo 20.000 once d’oro al pontefice e dichiarandosi pronto al giuramento di vassallaggio alla S. Sede/ II pontefice non abboccò. Ed il Conto passò ad assediare Avellino o Salerno, e da Salerno raggiunse la Sicilia. Accolto lietamente a Messina, mosse contro Palermo, e con l’aiuto dei Saraceni se ne impadroni. Ma dopo qualche tempo, lo milizie spedite dal pontefice lo trassero a battaglia, e gli inflissero una provvida sconfitta. Egli si occlissò pel momento ; senonchè più tardi, con infinite astuzie e doppiezze, riusci a farsi considerare quasi principe in Palermo e nella