Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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perfezionamento del regime fiscale, che i tempi avevano dimostrato pur cosi bisognoso di ritocchi ed emende, e forse di una riforma del tutto radicale. All’avvento della monarchia aragonese con Alfonso I, parve tosto doveroso conferire ima maggior precisione all’entità ed al rendimento del tributo, nonché alle modalità delle riscossioni. Il re conquistatore, radioso per lo fresche e sudate vittorie , convocò in Napoli nel 1443 il baronaggio in Parlamento generale, nella Chiesa di S. Lorenzo, e gli fu agevole ottenere l’innovazione desiderata: il focatico. Alle collette abolite una vera anticaglia venne per tanto sostituita l’imposta di carlini 10 per ogni fuoco : ed in quell’occasione appunto l’antico Tribunale della R. Zecca si fuse con la Corte della Sommaria, ed al nuovo corpo fu dato il nomo di R. Camera della Sommaria, la quale assunse nella sua già vasta e complessa giurisdizione la gestione e il superiore controllo di tutta l’amministrazione fiscale. Il focatico, decretato nel 1443, subi un aumento considerevole sette anni dopo. Nel 1449 l’erario regio era stremato, ed occorrevagli danaro. Il Re bandi un nuovo Parlamento, che fu celebrato a Torre del Greco il 20 settembre ; e dopo aver esposta ai convenuti la necessità imperiosa in cui versava di dover tenere in campo un grosso esercito ed una rilevante armata per difendere il Regno, propose che si aumentasse di 5 carlini l’imposta vigente. Il Fisco , a compenso del novello aggravio avrebbe corrisposto annualmente un tomolo di sale greggio per fuoco. So l’aumento richiesto poteva parere alquanto eccessivo, la promessa del sale temperò le prime impressioni poco favorevoli : ed i baroni non solo accettarono la regia proposta, quanto per ringraziamento alla inattesa e sipida munificenza fiscale votarono volontariamente altro due grana por fuoco. Il peso focale di quindici carlini o due grana fu in vigore fino agli ultimi tempi della feudalità. Gli Albanesi e Slavi stanziati nel Regno detti genericamente schiavoni, e dei quali narriamo I’immigraziono nel presente volume erano tassati per undici carlini a fuoco; ma non ricevevano sale. Essi, nel 1568, formavano nel Regno 4451 fuochi, dei quali soltanto 300 residenti nel Contado di Molise , allora ristretto fra il Trigno e il Biferno , e privo della zona litoranea. Esente dall’imposta focolare la “ fidelissima città di Napoli „ ; esenti del pari le terre franche in perpetuo, quelle franche a tempo determinato, e le altre rette da speciali convenzioni antiche. Nel Contado di Molise la sola Isernia apparteneva al novero di queste ultime, e soltanto S. Giovanni in Galdo e Toro alle prime. Il peso focolare rappresentava il maggiore dei pagamenti ordinari, non l’unico. C’era Tadoa stabilita fin dai tempi di Re Ruggiero nel 1140, nel primo Parlamento generale dei baroni tenuto ad Ariano. I titolari dei feudi erano in obbligo di corrisponderla alla ragione di dieci once e mezza pei feudi interi (cioè danti un reddito di 20 once) ; di sei once