Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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ed anzi soltanto in rapporto alla sua accresciuta compagine; ma il suo organismo era ancora rudimentale e nulla affatto ingombrante. Por ricorrere ad un paragone zoologico, essa aveva a quei tempi le dimensioni dì un piccolo polipo, e nessuno avrebbe sospettato che nel corso di pochi decenni sarebbe divenuta la piovra immane e paurosa, dai mille tentacoli prensili, fra le cui spire il contribuente è sbatacchiato , smunto o sopraffatto. La carta bollata? Nemmeno questa una novità. Terrore dei nostri tempi, aveva fatta la sua prima apparizione nel Reame fin dal 1640 in quattro tipi, e dava allora allo Stato un provvento annuo non minoro di 60.000 ducati. Gli ecclesiastici, anzi, avevano preteso perfino di non doverne far uso (431). Intelligenti, non è vero? Era forse nna novità la coscrizione militare ? Tutt’ altro. Essa si rendeva odiosa specialmente per la lunga durata della ferma, o per le previsioni dì guerra; ma non era novità. Esisteva già da un quarto di secolo per consiglio ed opera dell’Acton ; ed i vecchi ricordavano ancora i reggimenti provinciali di Carlo 111, quel reggimenti di contadini che il Filangieri forse troppo esaltò (432), o lo Schipa censura di soverchio (433). Novità il diritto elettorale sulla baso del censo ? Mai più. Esso vigeva, sulla medesima base per lo meno da cinque secoli, da quando Roberto d'Angiò con la legge 19 marzo 1317 —aveva disposto ebe ciascuna università del Reame eleggesse semestralmente sei cittadini deputati a tenerne 1' amministrazione (434). Fin da quell’opoca, adunque, ogni Comune aveva avuto i suoi Sindaci ed Eletti (chiamati proprio cosi) ; o la popolazione era abituata allo spettacolo più o mano divertente dei loro avvicendarsi al potere, ed alle lotto omeriche per ascendere al minuscolo Campidoglio. Lo sole novità vere, reali, concrete dopo il decreto 2 agosto 1806 furono le quotizzazioni dei demani e la canonazione delle terre usurpate ; provvidenze legislative che parvero un ritorno all’epoca pre-imperiale di Roma, allorché i consoli dopo il trionfo dividevano fra i legionari le terre conquistate. La plebe delle campagne si vide d’ un tratto elevata di grado e di considerazione. Assurgevano, finalmente, anche gli straccioni alla dignità di proprietari, gustando per la prima volta la gioia del possesso, o l’orgoglio del dominio padronale su di una zolla de L'aiuola cho ci fa tanto feroci. Il dio Termine, arcigno per 1" innanzi, si offeriva da quel giorno servizievole ai padroni novelli. Prima essi lo detestavano come il simbolo più evidente della prepotenza e del dominio padronale : da quel momento ne riconoscevano la benemerenza e la proficuità in rapporto alla tranquillità sociale. Cosi va il mondo. La plebe urbana, la minuta borghesia cho racchiudeva in so il maggior numero dogli usurpatori, si senti liberata come da un incubo. La sana-

ti. B. Masciotta - Il Molise - 20.