Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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solleticare lo spirito d’imitazione degli ospiti nuovi, predisponendoli ad emulare so non a superare il paragono. D’altronde il senso largo, profondo, delicato dell'ospitalità—vanto de’ nostri luoghi la curiosità di vedere visi nuovi, il piacere dì conversare con persone che recavano le notizie più fresche della vita, dello eleganze e delle novità de’ centri maggiori, tutto concorreva a rendere liete lo accoglienze a’ nuovi venuti, improntate talora a vera cordialità. La “ jeunesso do rèe „ del luogo correva tosto agli approcci dell’ olomonto femminile. Dopo qualche giorno tutto if paese sapeva che il tale aveva perduta tosta pei sorrìsi della prima donna, il tal altro era impazzito per le ritrosie verginali dell’ingenua, un terzo ed un quarto in lizza tra loro contro il primo ; nè mancava alla partita alcuno degli anziani a sollecitare le grazie sfiorite della madre nobile. “ Corvées „ diurne, serenate al chiaro di luna, fiori, poesie, lettere roventi di amore, cene gustose... un’ossessione di conquista ! Si sarebbe detto che non si erano visto mai donne più belle. E si comprendo. Le donnine non erano brutte, specialmente sullo scene ; la loro voce ora carezzevole, sapevano piangere con tanta passiono, ridere con tanta grazia... e poi quell’accento forestiero, quel comportamento incantevole, il fascino, infine, della vita di artisti randagi, ed ecco spiegata l’ebollizione delle fantasie, la fregola delle teste anche meno chiomate, le prurigini erotiche di uomini mai usciti dalla breve cerchia del paese nativo. Qualunque delle Dulcinee in questione pareva loro una Laura, poiché la pluralità sincrona degli ammiratori forzava le artista ad assumere atteggiamenti da Penelope... La compagnia, dopo quindici o venti giorni, passava oltre nella vita migratoria cd avventurosa. Il lutto del cuore “ impallidiva le roso del volto „ de’ delusi ; ma la rimembranza de’ dolci giorni (che importa se inconcludenti ?) durava mesi ed anni ; e dopo quattro o cinque lustri la generazione nuova era messa al corrente di quella vecchia e famosa storia, I più attempati gli eroi del tempo non lasciavano passare occasione propizia per esumare gli aneddoti e gli episodi più salienti della breve gesta, contornandoli di piccanti dettagli, col concetto di dare ad intendere successi o buone fortune, che il narratore aveva in gran parte soltanto immaginate. Allora ci si divertiva esi ora allegri soggiungevano ai giovani non si conosceva la vostra musonoria odierna... E con questo rimprovero, che voleva parere autorevole, terminava il racconto periodico di quella storia famosa ed antica Le fiere, ecco un altro diversivo atteso sempre con la più viva compiacenza. Una fiera significava uscire dal guscio abituale, talora varcare i confini del proprio Distretto, qualche volta perfino quelli della Provincia. Per gli uomini maturi era godere una festosa e larga ospitalità in famiglie di parenti o di vecchie e tradizionali conoscenze ; era rivedere i