Il Molise dalle origini ai nostri giorni

314

compagni d’altri tempi, conchiudoro buoni affali, contare piastre su piastre. Poi giovani, incentivi a baldorie, a scappatelle ed avventure galanti nei casini di campagna, e circostanza favorevole per vedere e conoscere da presso la ragazza di cui si voleva chiedere la mano. Atteso, dunque, da tutti le fiere: dai vecchi, dai giovani, dagli uomini d'affari, dagli sfaccendati, dallo signorine, dai domestici, dai guardiani. Senonchè, non vi ha roso senza spino, nè v’era fiera senza giuoco. Le serate, e sovente le notti intere, venivano dedicate al giuoco, o specialmente allo zecchinette: il più festoso, il più emozionante, il più crudele dei giuochi d'azzardo. Sul dorso delle carte fatali incombevano colonne di piastre o di doppie; ed il banco, con una buona mano, guadagnava somme notevoli, talora ingenti. Alcuna volta, nello ore tarde, agli sgoccioli dell'azione, un segnale convenzionale, un gingillo di niun valore collocato in mezzo allo puntate denunciava la disgrazia ed insieme la tenacia di un giocatore che aveva già perduta la scorta metallica. Quel temperino, quel tornese, quel qualunque simbolo della posta impegnata , indicava un debito d’ onoro sulla parola, e rappresentava spesso una quota del gregge o dell’armento che frattanto riposava “ à la belle ótoile „ nel campo della fiera. L’indomani armento o custodi mutavano padrone e residenza, quando la fortuna avesse favorito il banco. Sarebbe facile far nomi e date di simili eventi , tutt’ altro che rari, dovuti all’umana follia. La smania del giuoco elevata a quel grado di parossismo era spiegabile in uomini danarosi od incolti, le cui energie non avevano altro modo di esplicarsi che nella formazione della ricchezza pecuniaria. Corto orano degni di compatimento più che non siano noi tempi presenti gli eroi dei circoli parigini descritti dal Nordau , il protagonista delle “ Ragazze povere „ del Lindau, ed i frequentatori di Spa, Ostenda, Aix-les-liains, Montecarlo od altro analoghe organizzazioni industriali por 10 sfruttamento della turpe avidità dell’oro. La Chiosa, merco gii esercizi e le cerimonie del culto, formava però 11 diversivo più abituale ed attraente della vita dei nostri piccoli paesi. La Chiosa cattolica, profonda indagatrice dei molteplici bisogni dell'uomo, dai più alti o morali, ai più comuni e spiccioli, ha saputo organizzare un culto che approfitta d’ogni minima presa o circostanza per radunar gente nel tempio. Ogni soluzione di continuità è contraria del pari alla perfetta educazione dello anime, ed all’economia dell’ente. Dalla vita alla morte è tutto un tributo continuo che il culto cattolico esige dai fedeli. Nascete 1 Occorre andare in chiesa pel battesimo. Morite ? Vi ci portano a farvi.... benedire. Fra i duo estremi, nel corso della vita, dovrete andarci per l’osservanza delle feste di precetto, per l’obbligo della prima comunione, della cresima, della confessione, dei funerali, dello novene, dei tridui ecc. K soverchio, conveniamone. La pratica del culto oggi libera e volontaria ora allora stretta-