Il Molise dalle origini ai nostri giorni

331

Campobasso forniva i “ tricot „ lisci , e comiivigeva con Guglionesi il primato pei telai e spola volante : una novità introdotta nel Molise verso il 1840 dalla Società Economica. Una tintoria, esercitata dai frati del convento di S. Giovanni in Campobasso, aveva pure acquistata una discreta fama. Cessò di funzionare nel 1866, in seguito alla leggo di soppressione, e non ebbe più fortuna quando tre anni dopo fu riattivata ed ampliata dai fratelli Presu feti, cessionari del Demanio. S. Giuliano del Sannio, Campobasso (da Camposenarcono), Casacalenda (da Olivoli), Guardialfiora (da S. Maria in Civita), smerciavano tavole e legname di querce: di quelle querce elio nei lor boschi secolari crescevano indisturbate e “ a dismisura sopra terroni aprici e ventilati „ come si esprime il Del Re (449). I Comuni del Matese Boiano, Guardiaregia, Campo chi aro, S. Polo, S. Massimo, Roccamandolfi si segnalavano por l’industria dei carboni; mentre i Comuni compresi fra il Sangro eil Sento Peseoponnataro, Agnono, Castel del Giudice, Poscolanciano, S. Pietro Avellana esportavano in abbondanza le tavole d’abete per l’arte dei falegnami. Primeggiavano, infine, Isernia coi suoi rinomati merletti a tombolo, o 10 sue carte pergamene, reputato le migliori del Regno, come attesta il Giustiniani (450); Campobasso la piccola Sheffield delle Due Sicilie coi suoi famosi lavori d’ acciaio compatti o traforati; ed Agnono ìndustre, la cui gloria si espandeva dovunque anche fuori Regno pei lavori di ramo e d’ottono, per gli organi a mantice, e sopratutto por le campane cho uscivano dalle suo fonderie; campane che squillano ancora dall’alto dei campanili del Molise, fra i monti d’ Abruzzo e della Campania, e nelle messifere piane pugliesi, affidando ai secoli il nome dei tenaci fonditori. Al termine di questa rapida rassegna, non possiamo omettere un cenno dell’industria tipografica, Ia qualo dal punto di vista della civiltà è da ascrivere fra le più nobili, come quella che soddisfa allo supreme idealità della vita intellettuale. Isernia, che, dallo origini del Contado fino al 1700, fu la più popolosa ed importante città della provincia, vantò la prima tipografìa nella prima metà del secolo XVII per opera di Camillo Cavallo, che appunto in Isernia pubblicò nel 1644 le “ Memorie „ del Ciarlanti. Camillo ora fratello di Lodovico, il qualo esercitava la medesima industria a Napoli. L’arto tipografica vi fiori da quol tempo, e vi fu poi conservata in continuità da altre ditte, fra cui è dovere menzionare i del Monaco, i de Matteis, ed i Colitti, Campobasso ebbe una tipografia in t'mpi assai più reconti non prima del 1807 —allorché, divenuta capoluogo della provincia, ne avvisò 11 bisogno per la pubblicazione pronta e dirotta degli atti del Governo a della locale Intendenza. Da quel tempo in poi si successero, e furono coesistenti, le tipografie Nuzzi, Salomone, lamicoli, ed ora annovera quello del Colitti e della ditta de Gaglia o Nebbia. Agnone nel 1876 ebbe per la prima volta una tipografia ad iniziativa