Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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T Comizi perciò dopo una vita fittizia ed insulsa sparirono dalia scena, e l’oblio non ingiusto scése Sopra lor vanità che par persona. Altra è la via che dobbiamo battere; altri e ben diversi da’ precedenti devono essere gli organi chiamati a presiedere alla trasformazione razionale ed alla prosperità dell’agricoltura. Noi meridionali, specialmente , dobbiamo rifare la nostra educazione sociale, che fu di sudditi e deve esser di cittadini. Dobbiamo educare il popolo nel principio che, non dallo Stato sia da attendere lo stimolo al progresso della nostra attività economica, sibbene dalle nostre libere e coscienti iniziative. Bisogna educarci a fare da noi, per noi e per gli altri. Il concotto dello Stato paterno, dello Stato provveditore e tutelatore ha fatto il proprio tempo; è un concetto già superato da’ nuovi orizzonti della vita, ed anzi in opposizione alle necessità de’ tempi in cui viviamo, contrassegnati da potenti e multiformi contrasti economici. Ebbene, occorre constatarlo, questo cammino è già intrapreso, e dobbiamo perseverarvi. Per inoltrarci con passo sicuro verso la mèta ancora lontana, è necessario però liberarci dalla scoria egoistica dello stretto individualismo, che avvolge la nostra mentalità ed operosità; od è necessario altresì disciplinare il nostro spirito all’istituto dell’associazione, e della sua forma migliore : la coopcrazione. Con tali intenti , e per isvolgere tale programma , venne istituita la Cattedra ambulante d’agricoltura, della quale la più diretta ed immediata filiazione è il Consorzio Agx*ario Cooperativo Molisano, dovuto esclusivamente all’iniziativa privata (454), Ciò che non potè conseguire il Comizio agrario in oltre un trentennio di vita, Cattedra e Consorzio hanno conseguito nel decorso di meno che tre lustri con un’ attiva propaganda d’idee e di fatti. Ed oggi, invero, mentre sarebbe esagerato l’affermare che l’agricoltura molisana siasi di già radicalmente trasformata, si può bene riconoscere che essa si è istradata con baldanza e con fede nel programma. E non è poco. E un gran passo tatto dalla mentalità de’ proprietari terrieri e dei coltivatori 1’ essersi persuasi che le rotazioni tradizionali sono difettose ; che occorre fertilizzare le terre ; che il prato deve avvicendarsi alla coltura de’ cereali; e che la coltura promiscua è quella che meglio provvede all’equilibrio ed alla media costante del reddito; c che infine un accorto sistema di economia agraria non può prescindere dall’allevamento del bestiame, allevamento che deve esserne sostegno e completamento. La natura del presente lavoro non ci consente un largo sviluppo dell’argomento; fortunatamente però le cifre confortano a sufficienza il nostro asserto. Anteriormente al 1900 la pluralità degli agricoltori molisani non conosceva, nè adoperava i concimi chimici. 11 Consorzio Agrario nel 1901,