Il Molise dalle origini ai nostri giorni

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suo primo anno di gestione vendè non più di 338 quintali di perfosfato minorale. L’uso di questo è andato man mano diffondendosi, e ncl-1 anno 1912 no sono stati venduti 32.300 quintali: de' quali 23.770 nel Circondario di Larino, 6.710 nel Circondario di Campobasso, 1.850 nel Circondario dTsernia. La vendita complessiva, inoltre, de' concimi in genere, dello sementi, o dello sostanze anticrittogamicho, che nel 1901 ascosero appena a lire 23.160, nel 1912 sono pervenute alla somma di L. 461.347. Cifro che denotano chiaramente il progresso culturale verso il quale siamo incamminati, e danno a speraro dell’avvenire agricolo del nostro Molise. Il Circondario di Larino come ognuno può giudicare ò alla testa del movimento riformatore; il che a prescinderò dallo condizioni topografiche più favorevoli in esso che negli altri Circondari è dovuto certamente al prevalervi della conduzione dirotta dello terre , da parte dei grandi e medi proprietari, mentre altrove predominano le affittanze e la mezzeria. * * # Ad esser giusti, però, non dobbiamo disconoscere elio il notevole incremento che oggi notiamo nella nostra agricoltura, o ueH’oconomia sociale, venne determinato prevalentemente da un fattore dianzi ignorato: l’emigrazione. Ciò potrà sembrare paradossalo alla comune dogli agricoltori ed agli spiriti superficiali; non già a coloro che per costume di critica sogliono studiare i problemi economici nello molteplici facce del loro insieme poliedrico. L’emigrazione, al suo primo manifestarsi, non fu una necessità sociale vera e propria nel senso preciso della dizione; sibbeno un fenomeno isolato, dovuto all’iniziativa di pochi avventurosi, che arrischiavano il presento certo por un avvenire incerto o lontano, lusinghovolo pel suo stosso mistero, irradiato dal miraggio di ricchezze favoloso. Cera degli eroi del Verno in quei primissimi emigranti del Molise. L’emigrazione ebbe inizio nel Circondario dTsernia, donde alcuni operai agnonesi nel 1870 abbandonarono l’industre città, vellicati nelle proprie aspirazioni dallo leggende aurifere dell’America latina. Partirono in pochi; nè potevano prevedere nel momento di dare l'addio alla vecchia patria, di rappresentare le prime scolte d’un esercito immenso del lavoro. Noi siamo impulsivi ed imitatori. La piccola avanguardia attrasse l'attenzione e fece proseliti. Nel 1871 i passaporti per 1’ America ascesero a 70: nel 1872 a 420: nel 1873, fino all’agosto a 144 (455). Dopo di allora, vi fu una sosta di quasi tre unni, quando nel 1876 emigrarono dal Molise solo 5 persone, che diventarono 233 nel 1877; 311 nel 1878; 1293 nel 1879; 1124 nel 1880. Dal 1880 in poi il fenomeno cessa d’esser sporadico e si universalizza. Non si tratta più di partenze, si tratta d’ esodo che non soffre argini : l’emigrazione è una necessità sociale e s’impone.