Il Molise dalle origini ai nostri giorni

341

11 governo dello Stato, o perdio non intendesse in primo momento la gravità del fenomeno, o perchè in prosieguo temesse di frenare 1' orda fuggente, non oppose argini nè prima no dopo; ed ora agevola 1’ imponente deflusso do’ lavoratori e no vigila le sorti sul mare o nel continente ospitale. Cosa fatta capo ha, disse Mosca Lamberti alcuni secoli or sono. La fuoruscita media annuale di 7.700 operai (nel decennio 1891-1900) da’ confini del nostro Molise, non poteva non destare serie apprensioni ; quantunque non si prevedesse allora che, negli anni successivi, la media stessa si sarebbe nientemeno che raddoppiata ! Una vera fiumana di giovani forze che esulava da’ campi, abbandonati ormai al lavoro di rimedio de’ vecchi, delle donne o dogli adolescenti ! Perchè il fenomeno trascurabile del 1870 era diventato preoccupante nel breve volgere d’un trentennio ? Lo diremo subito. Le cause che determinarono l’emigrazione non richiedono indagini sottili e peregrine; sono a nozione di tutti. Le terre erano stanche di produrre. Accanto alTesaurimento delle torre, era aumentata ed aumentava d’anno in anno la pressione tributaria, per opera dello Stato che doveva provvedere all’enorme fabbisogno dogli armamenti o delle comunicazioni ; per opera delle Provincie e de’ Comuni, che dovevano sopperire alle aumentate spese obbligatorio, ed alle spese facoltativo non meno impellenti richieste dalla progrediente civiltà. La popolazione era accresciuta, ed accresciuta specialmente noi ceto dei lavoratori della terra, che da per tutto è il più fecondo; donde abbondanza di inano d' opera ed inerente parvità de’ salari. I proprietari dal canto loro, di fronte agli aggravi fiscali che colpivano principalmente la proprietà terriera, non potevano ridurre il prezzo dei fitti dei fondi, nò lanciarsi in migliorie culturali, dispendiose sempre, e d’esito lontano e spesso incerto. In tali contingenze economiche, che «accennavano ad assumere un carattere irritante, qual via restava a prendere ai coltivatori, ai minuti proprietari, ai volenterosi del meglio ? La via d’America. E si emigrò. Si emigrò dove più, dove mono, secondo l’indole peculiare dei paesi, e le peculiari circostanze di fatto: e da taluni paesi in massa specie dove la terra è accentrata in poche ditte. Le conseguenze immediate dell’ evento imprevisto furono gravi oltre ogni credere. Incoltura dei fondi, rialzo dei salari per deficienza di braccia, accrescimento del valore della moneta, riduzione impressionante del già scarso reddito agrario, crisi generale dell’agricoltura, o il dolente fiorire dei debiti ipotecari. Le imposte, frattanto, aumentavano con crescendo pauroso , quasi lo Stato avesse voluto sperimentare l’elasticità contributiva e la pazienza grande dei contribuenti. Fuvvi un momento in cui il disagio parve volgere a soluzioni catastrofiche. Doveva finire il mondo ? C’ ora chi ne temeva. Invece si aprirono gli scrigni, si fece vedere il sole alle ben custodite riserve, cominciò ad arrivare danaro d’oltre Atlantico e il fenomeno si attenuò.