La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

76 PARTE PRIMA

«O pittore notomista, guarda che la troppa notizia degli ossi, corde e muscoli non sieno causa di farti pittore legnoso, col volere che i tuoi ignudi mostrino tutti i sentimenti loro... Non mancherai della varietà che fanno i predetti muscoli intorno alle giunture de’ membri di qualunque animale, mediante la diversità de’ moti di ciascun membro, perchè in alcun lato di esse giunture si perde integralmente la notizia di essi muscoli per causa dell’accrescimento o mancamento della carne » (1).

« Neciessaria cosa è al pittore, per essere bon membrificatore nell’attitudine e gesti che far si possono per li nudi, di sapere la notomia de’ nervi, ossi, muscoli e lacerti, per sapere nelli diversi movimenti e forze qual nervo o muscolo è di tal movimento causa, e so[|lo] quelli fare evidenti e ingrossati, e non li altri per tutto, come molti fanno, che per parere gran disegniatore fanno i loro ignudi legnosi e sanza gratia che pare a vederli un sacco di noci più presto che superficie umana © vero un fascio di ravanelli più presto che muscolosi nudi » (2).

*® * *

La preoccupazione continua e intensa in Leonardo di ridurre ogni aspetto dell’arte a un solo principio, a una causa prima, a un unico oggetto, che a traverso circonlocuzioni, pentimenti e ritorni, egli ha definito nell’ombra, diviene coscienza di se stessa nel momento in cui, più fortemente di tutti i suoi predecessori, egli proclama la necessità della sintesi in arte, indicandone l’attuazione in un modo che è rimasto fondamentale a tutta la pratica artistica nell'età moderna.

«Quando ritrai li nudi, fa che sempre li ritraga interi, e poi finisci quelo membro ti pare migliore, e quelo coll’altre

(1) Trattato, B. 122. (2) Richter, 488