La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

<©tia Anne Re

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ESIGENZE INTELLETTUALI 83

E però le conseguenze di simili princìpi giungono all’assurdo :.

«I componimenti delle istorie debbono muovere i riguardatori e contemplatori di quelle a quel medesimo effetto, ch'è quello per il quale tale istoria è figurata; cioè se quell’istoria rappresenta terrore, paura o fuga... (occorre) che le menti di essi consideratori muovano le membra con atti che paiano che essi sieno congiunti al medesimo caso di che esse istorie figurate sono rappresentatrici ; e se così non fanno, l'ingegno di tale operatore è vano » (1).

Operatore di che? di battaglie? di popolari rivolte? Non certo di opere d’arte. Ma nel momento in cui l'artista sembra scomparire per vie lontane dall'arte, ecco riappare. Ed è l’amore della natura che io salva.

Tu «sia vago e spesse volte nel tuo andarti a spasso vedere e considerare i siti e li atti delli omini in nel parlare, in nel contendere o ridere o zuffare insieme, che atti fieno in loro, che atti faccino i circumstanti, i spartitori, i veditori d’esse cose, e quelli notare con brevi segni... su un tuo piccolo libretto » (2).

«E non aspettar che l’atto del piangere sia fatto fare a uno in prova senza gran causa di pianto, e poi ritrarlo, perchè tale atto, non nascendo dal vero caso, non sarà nè pronto nè naturale » (3).

Ecco: dal palcoscenico si torna alla vita. E la sincerità delle impressioni riconduce all’arte. È di nuovo raggiunto quel

giusto mezzo che non è la maniera astratta e non è nemmeno il virtuosismo istrionico.

(|) Trattato, B. 184. (2) Richter, 571, Trattato B. 169. (3) Trattato, B. 324.