La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

ESIGENZE INTELLETTUALI 85

coerenza logica toglie respiro alla fantasia. E però la « battaglia » si conchiude con una sentenza, che è di morte per l’arte : «E non fare nessun loco piano se non le pedate ripiene di sangue ).

Convenienza e decoro sono sinonimi nella retorica del Rinascimento. Partono ambedue da una necessità di estrinsecazione dell’opera d’arte e finiscono in astrazioni di dubbio gusto. I precetti del decoro non possono, per esempio, costituire un più strano pasticcio di quello contenuto nel seguente capitolo del Trattato :

« Osserva il decoro cicè la convenienza dell’atto, vesti, sito, e circonspetti della dignità o viltà delle cose che tu vuoi figurare : cioè che il re sia di barba, aria ed abito grave, ed il sito ornato, ed i circostanti stiano con riverenza, ammirazione ed abiti degni e convenienti alla gravità d’una corte reale, ed i vili disornati, infinti ed abietti, ed i loro circostanti abbiano similitudine con atti vili e presuntuosi, e tutte le membra corrispondano a tal componimento ; e che gli atti d’un vecchio non sieno simili a quelli d’un giovane, e quelli d'una femmina a quelli d'un maschio, nè quelli d’un uomo a quelli d’un fan-

ciullo » (1).

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Il contrasto è necessità artistica, comune ai coloristi che traggono gli accordi dai complementari, e ai pittori della forma che trovano nel chiaro e nello scuro il primo principio dell’arte loro. E di questa funzione artistica Leonardo ha piena coscienza :

« Poichè per isperientia si vede che tutti i corpi sono circondati da ombra e lume vuolsi che tu pittore accomodi, che

(1) Trattato, B. 373.