La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

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ESIGENZE INTELLETTUALI 89

in rapporto l’effetto tonale con una speciale veduta in natura la veduta lontana —; e con uno speciale trattamento in pittura — il non finito —. Egli è anzi così libero da ogni preconcetto di scuola formale da constatare che la veduta lontana e il non finito possono accompagnarsi a un'effettiva deformazione, in omaggio al colore. Tutto ciò è molto più avanzato della pura e semplice teoria della prospettiva aerea, ch'egli formula per primo.

Ma non tutta la visione universale della natura rientra nelle sue preferenze artistiche< molti effetti ch'egli considera possibili all’arte, esorbitano dal suo gusto, il quale è assai più legato della sua fantasia alla tradizione artistica cui appartiene.

In sul far della sera, quando l'ombra avvolge, le cose assumono la grazia, che è più cara fra tutte all’animo di Leonardo. Onde l’arte non è se non un rapporto dell’universo con l'ombra. Ombra rivelatrice di tenue luce vagante, penombra. Della penombra egli forma il suo stile; la studia soito tutti gli aspetti, ne trae tutti i possibili effetti; giunge alla concezione pittorica della notte.

Poichè il moto è causa di ogni vita, il moto s’immette nell'ombra, sotto aspetto di luce che si espande circolarmente, come onda che appena sfiori la superficie dell’acqua.

Leonardo non ama il colore. L'ha osservato in natura, ha compreso tutti gli effetti che si può trarne, non più. Troppo soffrono i suoi occhi per il brillar del colore. Per evitarlo, si ritira nell'ombra sfumata di grigio. E con passionata attenzione egli cerca una naturale giustificazione per l’ombra senza colore.

La forma adatta a manifestarsi nell'ombra non è il rilievo plastico, che pure egli ama, perchè erede della forma ftorentina. E però attenua il rilievo, riduce la forma a un ondulamento perenne di piani, senza limiti precisi, senza linee, nè scatti, nè crudezze, senza contrasti di luce e d'ombra. Ne ri-