La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

08 PARTE SECONDA

altri, et ebbe inventioni bellissime, ma non colorì molte cose, perchè mai in niente, anchor che belle, satisfecie a se medesimo; et però ci sono poche cose di suo, chè il suo tanto conosciere gli errori non lo lasciò fare » (1).

Ma già Ugolino Verino, il più antico serittore che abbia intuita la superiorità di Leonardo sugli artisti contemporanei, diede un certo spunto di rimprovero alla constatazione di fatto :

« Et forsan superat Leonardus Vincius omnes; Tollere de tabula dextram sed nescit, et instar

Protogenis multis vix unam perficit annis » (2).

E ad Isabella d'Este scriveva Pietro di Novellara, padre carmelitano, nel 1501, che «la vita di Leonardo è varia et indeterminata forte, sì che pare vivere a giornata... Dà opra forte ad la geometria, impacientissimo al pennello» (3). E Sabba da Castiglione: «dal Cenacolo di Santa Maria delle Gratie in fuora (opera certamente divina, et per tutto il Mondo famosa et celebre) pochi altri lavori si trovano di sua mano, perchè quando doveva attendere alla pittura nella quale senza dubbio nuovo Apelle riuscito sarebbe, tutto si diede alla Geometria, all’Architettura et Notomia » (4). Nelle parole di Sabba da Castiglione è ancora la simpatia, che vien meno in quelle del frate. Nell’uno e nell’altro è la convinzione che gli studi scientifici abbiano diminuito l'artista : fa vita alla giornata, e sarebbe, ma non è, riuscito un nuovo Apelle.

(1) C. v. Fagriezy in Archivio Storico Italiano, s. V., t. VII, 1891. A pagina 55 dell'estratto.

(2) UcoLInI VERINI De illustratione urbis Florentiae. Libri tres - Lutetiae, M. D. LXXXIII, pag. 17.

(3) Archivio Storico dell'Arte, I, 1888, f. 1°, p. 46.

(4) SAaBBA DA CASTIGLIONE: Ricordi overo Ammaestramenti. In Vinegia, MDLV. Rie. 109; pag. 51 v.