La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LA TRADIZIONE CRITICA SULL’ARTE DI LEONARDO 127

con cui tratta le qualità psicologiche di Leonardo, e per l’indipendenza di origine e affinità di risultati ch'egli constata fra l’arte di Leonardo e l'antica; nell’una e nell'altra è una scelta della natura a base d'intelligenza. Naturalmente il De Piles guarda Leonardo a traverso le categorie care al suo tempo; eppure egli vede la realtà, con un’acutezza, con una sensibilità, che son di eccezione per tutti i tempi.

Dezallier D’Argenville (1) riecheggia insieme il De Piles e il Félibien, abbassa quindi il tono della sua critica, e non conchiude. Ingenuamente si meraviglia delle poche figure introdotte da Leonardo ne’ suoi quadri, come di uno scrupolo eccessivo. Per uno di quegli assurdi così comuni nella storia dell’arte, la tradizione plastica era morta nell'animo di tutti, e non s'intendeva più la rarità delle immagini, proprio mentre si pretendeva di comprendere e di seguire i precetti dell’antichità classica. Il contemporaneo di Boucher non arrossisce di rimproverare a Leonardo l'inosservanza dell’arte classica.

Ecco alcuni giudizi del D’Argenville :

«Son dessein étoit correct, ses expressions vives et spirituelles, sa touche délicate, légère, et d’un fini précieux ».

« Personne en effet, n'a tant travaillé que lui, pour arriver au point de perfection, et pour exprimer les passions de l’ame. Persuadé qu'il s'attireroit l’estime des gens d’esprit, il fit des études extraordinaires pour remuer l’imagination des spectateurs... Son scrupule alloit au point de ne mettre dans ses tableaux, que le figures absolument nécessaires; il donnoit à chaque chose le caractére qui lui étoit propre, et le feu de son Imagination élévoit ses sujets jusqu'au degré le plus éminent. En cherchant ainsi à plaire aux scavans, il a négligé la partie du coloris, qui lui auroit assi subjugué les vrais connoisseurs.

(1) Abrégé de la vie des plus fameux peintres. A Paris, MDCCLXII. II; pi 13-15: