La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

146 PARTE SECONDA

estranee alle reali opere di Leonardo, l’arte del quale egli sa intendere ne’ suoi effetti di massa e di luce.

Coniro il Mengs e tutta la tradizione, egli conosce la superiorità di Leonardo sul Correggio, e quando vuole schematizzare lo sviluppo interno necessario a ciascun artista per raggiungere la perfezione, una di quelle tappe incarna in Leonardo :

1) Linea: scuole primitive; 2) Linea e luce: ceramica greca; 3) Linea e colore: vetrata gotica; 4) Massa e luce: Leonardo e scuola; 5) Massa e colore: Giorgione e scuola ; 6) Massa, luce e colore: Tiziano e scuola (1).

Per la prima volta il problema dell’arte è simbolizzato in elementi visivi organicamente collegati, e creati dalla fantasia dell'artista, fuori dell’aspetto psicologico; e però con più ampia visione, con più pura coscienza, ritorna il Ruskin a proporsi quel problema critico che dopo il Lomazzo, malgrado gli accenni del De Piles, può considerarsi dimenticato : la posizione cioè della luce di Leonardo di fronte al colore - luce dei Veneziani.

E altrove egli prende partito :

« Tre sono le province dell’arte, separate anche se i loro limiti hanno contatti : Linearisti, Chiaroscuristi, Coloristi.

«I linearisti sono essenzialmente incisori : una linea incisa è l’estremo punto d'arrivo del linearismo.

«I chiaroscuristi sono essenzialmente disegnatori con carbone, con matita, o con singole tinte. Parecchi di essi dipingono, ma sempre con qualche sforzo e con pena. Leonardo è il tipo di essi; ma anche l’intera scuola olandese dipinge laboriosamente, senza l'essenziale genio pel colore.

« I coloristi sono i veri pittori, puri di pecche (per quel che può esser tale l’opera d’un uomo}, e maestri consumati della propria arte » (2).

(1) Lectures on arl, cap. 139. (2) Ariadne Florentina, pag. |7.