La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LA TRADIZIONE CRITICA SULL’ARTE DI LEONARDO 151 BIEERE

in opposizione al pensiero del Ruskin, è durato per tutto il secolo XIX l'apprezzamento dell’arte di Leonardo come prima rivelazione di quei caratteri di grandiosità, di nobiltà, di potenza espressiva, di unità sintetica dell’effetto raggiunto, che distinguono l’arte italiana del Cinquecento da quella del Quattrocento. Essa è la visione più comune, appunto perchè la tradizionale (già indicata da Giorgio Vasari) e la più adatta a ricollegare Leonardo con l’ambiente in cui è vissuto. E proprio in ciò consiste non solo il suo pregio ma anche il suo difetto, perchè, in quanto essa ha come centro di mira il rapporto fra Leonardo e i suoi, se non proprio contemporanei, almeno immediati successori, perde appunto di vista la personalità di Leonardo, ciò che lo distingue dagli uomini del tempo suo.

In ogni modo, la suddetta concezione è stata svolta e perfezionata sopra tutto in Germania. Incardinata sul « neo-classicismo » del Burckhardt essa ha raggiunto nel Wélfflin (1) la sua migliore espressione, in quanto egli si è più liberato dai legami d'ambiente per guardare gli effetti figurativi. E. però riassumo le sue caratteristiche osservazioni.

Constatata la visione universale di Leonardo, ne rileva la sensibilità squisita, per cui è affascinato da mani fini, dalla leggerezza dei tessuti trasparenti, dalla pelle liscia, dai capelli sottili come fili di seta e ondulati. E come i sentimenti delicati così egli sa rendere le forti impressioni. Non v'è differenza di grado fra 1 piobiemi: le soitigliezze dell'espressione psicolo-

gica vanno di pari passo con le ricerche elementari del mo-

(1) H. W6LFFLIN. L'art classique. Trad. De Mandach. Paris, 1911, p. 30, 250, e passim.