La critica e l'arte di Leonardo da Vinci
172 PARTE SECONDA
smo s'intende la semplicità sintetica con cui è espressa la vita in iutte le sue manifestazioni, se cioè si considera l'atteggiamento spirituale dell'artista nell’interpretare la realtà, l'opinione senza dubbio risponde allo spirito di Leonardo. Ma se invece si considera il modo con cui quell’atteggiamento spirituale fu attuato, ecco appare essenziale la diversità delle due arti: l'una è tutta creata nel sole e l’altra nell'ombra; l'una è scultoria e l’altra è pittorica. Guardate ad esempio appunto le vesti: quale pronunziata personalità, tutta loro, hanno nelle sculture fidiache, e come invece vengono assorbite, appena accennate, nel cartone vinciano. Ivi le forme non s'accentuano nella loro balda solidità, ma s'immergono nell’ondeggiamento della penombra. Ivi i corpi non rilevano l’uno su l’altro come sasso davanti a sasso, ma si fondono tutti come gran massa atmosferica. È vi siete mai chiesti che cosa nel cartone vinciano riveli la forma, se il chiaro o lo scuro ? se sia il chiaro che rileva sullo scuro o viceversa, se sia lo scuro che commenta il chiaro, o se piuttosto il chiaro sfugga dalle zone tinte di scuro? Difficile rispondere, proprio perchè le due forze si equilibrano come avviene della luce e dell'ombra quando non trovano un corpo solido su cui misurarsi, ma s’incrociano, si fondono in penombra, si seguono, si sorpassano, si nascondono, riappaiono, per distendersi in una gran massa atmosferica. Questa è la visione di Leonardo; e non potrebbe esser più recisamente opposta alla visione greca
del tempo di Fidia. ***
Il più antico disegno conservatoci di Leonardo, del 1473, rappresenta un paesaggio (Uffizi, B. 1017. Fig. 10). Il gusto dell'artista sì manifesta in una roccia scoscesa e in alcuni scuri accentuati; ma lo scopo del disegnatore non è tanto di rivelare il suo gusto quanto di costrurre prospetticamente una valle, di
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