La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

LE PREFERENZE ARTISTICHE 5I7

formali con un gran gridio di colori. Gente siffatta, che è di tutte le età, irrita Leonardo, naturalmente.

Per queste ragioni, e per il suo accentuato intellettualismo, egli dimentica la sua vision naturale, la quale tuttavia non può adattarsi alla tradizione della scuola fiorentina, senza lasciare residui. Dunque, egli chiede il rilievo, chiede il bianco e il nero. Ma in quale rapporto? Per il suo amore al moto è portato all’ombra : in essa riconosce una potenza universale maggiore che nella luce.

« L'ombra è di maggior potenza che il lume, imperocchè.

quella proibisce e priva interamente i corpi della luce, e la luce non può mai cacciare în tutto l'ombra dai corpi, cioè corpi densi » (1).

E che cosa intende per ombra? « La differenza che è da ombre a tenebre è questa, che l'ombra è alleviamento di luce, e tenebre è integralmente privamento di essa luce » (2).

La scala delle ombre deve essere amplissima ; solo così il pittore può assumere carattere universale. « Tu, pittore, per essere universale e piacere a’ diversi giudizi, farai in um medesimo componimento che vi siano cose di grande oscurità e di

gran dolcezza di ombre, facendo però note le cause di tali”

ombre e dolcezze » (3).

« Sono alcuni che vogliono vedere le ombre oscure in tutte le loro opere, e così biasimano chi non fa come loro. A questi tali si satisferà in parte coll’operare ombre oscure ed ombre chiare; le oscure ne’ luoghi oscuri, e le chiare nelle campagne a lumi universali » (4). La necessità di usare amplissima la scala delle ombre ribella dunque Leonardo contro coloro che

(1) Trattato, B. 537.

(2) Trattato, B, 534. Cfr. anche Richter, 91. (3) Trattato B. 58.

(4) Trattato, B. 666.