La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

3) pira

LE PREFERENZE ARTISTICHE 67

seggiare, e quelle che sono più lontane a detto fuoco, più sien tinte dal colore nero della notte. Le figure che sono tratte al foco appariscono scure nella chiarezza d’esso foco, perchè quella parte d’essa cosa che vedi è tinta dalla oscurità della notte e non dalla chiarezza del foco : e quelli che si trovano dai lati, sieno mezzi oscuri e mezzi rosseggianti : e quelli che si possono vedere dopo e’ termini delle fiamme saranno tutti alluminati di rosseggiante lume in campo nero. In quanto a li atti farai quelli che li sono presso farsi scudo colle mani e con mantelli riparo del superchio calore, e torti col volto .in contraria parte mostrare fugire; quelli più lontani, farai gran parte di loro farsi colle mani (riparo) alli ochi, offesi dal superchio splendore » (1).

Quale compito spetta ormai alla forma? La pitiura non è più se non un graduare di riflessi di fuoco sin dentro le tenebre. Gli atteggiamenti sono fiamme agitate nell'oscurità : come Leonardo stesso ha attuato nella « Adorazione dei Magi ». Invece non ha eseguito l’effetto d'insieme, l’effetto del fuoco.

Trent'anni dopo la fantasia di Leonardo trova un'eco famosa nella « Notte » del Correggio. Contemporaneamente, un altro artista dipinge notturmi, Giorgione. Non ci sono conservati; ma possiamo vederne un riflesso nei notturni del Savoldo. Appunto, fra i nottumi sognati da Leonardo e quelli attuati da Giorgione, dovette essere una differenza corrispondente a quella che esiste fra i notturni del Correggio e del Savoldo. Giorgione parte dal colore, e Leonardo parte dalla forma : non si possono incontrare. Eppure non s'intende Leonardo senza seguirlo nella sua trasposizione d’ideali dal campo plastico al campo pittorico. Crede di non aver bisogno di nuovi mezzi per la trasposizione. Non è la bellezza in sul far della sera un impercettibile tremito diffuso nella luce che muore?

(1) Richter, 604. Trattato, B. 143.