La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

60 PARTE PRIMA

zione e aumentazione d'ombre e di lumi il viso acquista assai di bellezza » (1).

« Il vero modo da pratico nel figurare le campagnie, o vo” dire paesi colle sua piante, si è dello elegiere che al cielo sia ocupato il sole, acciochè esse campagnie ricevino lume universale e non il particulare del sole, il quale fa l’ombre tagliate e assai diferenti dalli lumi » (2).

«Li paesi si debbon ritrarre in modo, che li alberi sien mezi alluminati, e mezzo aombrati; ma meglio è farli quando il sole è ocupato da nuvoli, che allora li alberi s'aluminano da lume universale del celo e da ombra universale della terra; e questi son tanto più oscuri nelle lor parti, quanto esse parti sono più presso al mezo dell’albero e della terra » (3).

« Modo di comporre in pittura i fondamenti de’ colori delle piante che campeggiano nell’aria : falle come tu le vedi di notte a poco chiarore, perchè tu le vedrai egualmente di un colore oscuro trasforate dal chiarore dell’aria; e così vedrai la loro semplice figura spedita senza impedimento di varî colori di verde chiaro o scuro» (4).

Naturale conseguenza di tali visioni è la concezione pittorica della notte :

« Quella cosa che è privata interamente di luce è tutta tenebre : essendo la notte in simile conditione, se tu vi vogli figurare una storia, farai che, essendovi uno grande fuoco, che quella cosa ch'è più propinqua a detto fuoco più sì tinga nel suo colore, perchè quella cosa ch'è più vicina all’obietto, più partecipa della sua natura; e faciendo il foco pendere in color rosso farai tutte le cose alluminate da quello, ancora loro ros-

(1) Trattato, B. 90. (2) G.. 11 v.; Richter, 460. Trattato, B. 861. (3) G. 19 v.; Richter, 443, Trattato, B. 88. (4) Trattato, B. 911.

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