La critica e l'arte di Leonardo da Vinci

2. PARTE PRIMA

coscrizione dei corpi, mostra d'intendere la funzione della linea di sottrarsi alla vista, di ridursi a termine del piano, secondo il concetto di Plinio. Eppure, anche dopo l’Alberti, il maestro di Leonardo, il Verrocchio, e il suo amico, Sandro Botticelli, interpretavano la realtà secondo criteri, in cui la linea aveva una parte non indifferente. In ogni modo, Leonardo progredisce ben oltre l' Alberti. Le osservazioni sulla natura, e sopra tutto le aspirazioni pittoriche, conducono Leonardo a considerare che la linea non esiste. Essa è un’astrazione, deve essere assorbita nel colore, nella luce e nell’ombra.

« La linia non à in se materia o sustantia alcuna ma si può nominare più presto cosa spirituale che sustantia, e per essere lei così conditionata, essa non occupa loco » (1).

« Il termine d’una cosa in un’altra è di natura di linea matematica, ma non linea; perchè il termine d’un colore è principio d'un altro colore, e non ha da essere però detto linea, perchè nessuna cosa s’interpone infra il termine di un colore che sia anteposto ad un altro colore, se non è il termine, il quale è cosa insensibile d'appresso » {2).

« Non fare i termini delle tue figure d'altro colore che del proprio campo, con che esse figure terminano, cioè che non faccia profili oscuri infra il campo e la tua figura » (3).

« Sono i termini de’ corpi di tanto minima evidenza, che in ogni piccolo intervallo che s’interpone infra la cosa e l’occhio, esso occhio non comprende l'effigie dell’amico o parente, e non lo conosce, se non per l'abito, e per il tutto riceve notizia del tutto insieme con la parte » (4).

« Non sian fatti profili ne’ termini di un corpo che cam-

(1) Richter, 47.

(2) Trattato, B. 476. (3) Trattato, B. 113. (4) Trattato, B. 421.