La diplomazia europea

« battaglia egli convertiva i prigionieri in « reclute, la qual cosa gli permetteva di « supplire all’ insufficienza della popolazione « prussiana. Di più egli occupava una posi« zione concentrica tra la Russia, l'Austria « e la Francia, e correndo rapidamente da « Eresia via a Francoforte sulßOder, da Fran« coforte a Dresda, da Dresda ad Erfurt, « egli poteva tener testa a tutti i suoi ne« mici; una circostanza più decisiva ancora « lo facilitava, cioè che se l’Austria gli fa« ceva una guerra seria, la Russia e la « Francia, governata allora dal capriccio di « corte, non gli facevano che una guerra « di fantasia. Elisabetta inviava ogir anno « un’annata russa che dava una battaglia, « la perdeva o la vinceva, e poi si ritirava « in Polonia. I francesi occupati contro « gl’inglesi ne’ Paesi-Bassi e tanto deplora« burnente amministrati che comandati, in« viavano di tanto in tanto un’armata che, « malaccetta come a Rossbach per esempio, « non ricompariva più. Federico non aveva « dunque a fare veramente che con l’Aii« stria, la qual cosa non rende il suo suc« cesso meno strepitoso; e che non l’avrebbe « salvato se egli non fosse stato ciò che a’ « nostri tempi si dice legittimo. Due volte « infatti i suoi nemici entrarono a Berlino,

121

Io (fvrrro tir' sei i' anni