La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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dolo ad abbandonare la protesa di fortificarsi durante la tregua, o consigliandolo di restituire piena fiducia al Rancirolo (1). Ma le esortazioni del Cardinal legato trovarono il duca Carlo di Xevers irremovibile; anzi, avendo il Cobalto accondisceso a. quello che eragli stato domandato dal cardinale Antonio, -s’appigliò ad mi pretesto qualsiasi per non firmare la tregua, allegando, a sua scusa, ossei* trascorsi sei giorni dal termine fissato per firmare la tregua, e per conseguenza doversi considerare nulle tutte le trattative precedenti (2). La ragione vera dell ostinazione del Xevers era originata, almeno in parte, dalle migliorate condizioni di Mantova, stante l’arrivo del signor di Verna tei con 8 mila fanti, armi, viveri e munizioni (8) ed in parte dalle esortazioni del Richelieu, che spronava il duca alla resistenza « perchè voglio haver solo la gloria si della pace che della guerra non potendo la mia natura soffrir compagni, dove si tratti di gloria» (4). Nonostante il mal volere del duca di Xevers, il Mazzarino non si scoraggio, ma ritornò con maggior ardore alla carica, e riuscì lilialmente a stipulare tra il Collabo ed il duca Carlo, «una tacita tregua da durare fino al giorno di Natale » (5). Il Xevers ed il Collabo promisero al Mazzarino di osservarla scrupolosamente: anzi il secondo si ritirò col grosso dell'esercito a Reggio, a cagione della malferma salute, lasciando presidiate soltanto alcuno località intorno a Mantova (6). La condotta del pontefice e del Cardinal legato può sembrare animata dai migliori intenti, da lodevole zelo, cioè, e da imparzialità, poiché sembrano spinti ad operare dall’interesse sì del duca di Xevers. come del Collabo e dello Spinola: ma, considerando hi stato miserrimo di Mantova e di Casale, strettamente assediate, prive di uomini. di viveri e di munizioni; le cattive condizioni del duca di Xevers, malgrado gli aiuti del signor di Vernate!, la potenza e la forza dei nemici, sorge il dubbio che la condótta del Cardinal legato e di Urbano VI TI fosse dettata dal desiderio di addormentare i sospetti degli imperiali, e dare tempo a Mantova di resistere fino all'arrivo del Richelieu. Dalle necessità, che I' incalzavano come principe italiano. Urbano A T ITT si lasciò consigliare al partito a cui appigliarsi in mezzo all'agitazione universale del mondo politico d’allora. L'essere egli padrino di Luigi XIII. re di Francia; l’aver egli iniziato la propria

(1) 7 Dicembre 1629. Il Card. Legato al Pancirolo (Bibl. Barberini, Codice LXXII, 40, Foglio 11, Doc. IX). 15 Dicembre 1629. F. Barberini al Palletta (Ardi. seg. del Val., Cifre di Germania, N. 119, Foglio 202, Doc. IV). (2) 12 Dicembre 1629. Il Pancirolo al Card. Legato (Bibl. Barberini, Codice LXXII, 40, Foglio 16, Doc, XI). (8) 12 Dicembre 1629. II Pancirolo al Card. Legato (ivi). (4) 4 Gennaio 1680 decis. 31 gennaio. Francesco Barberini al Card, di Bagno (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Francia , Codice LXXXVII, N. 78, Doc. X). (5) 19 Dicembre 1729. Il Mazzarino al Card. Legato (Bibl. Barberini, Codice LXXII, 40, Foglio 24, Doc. XIV). (6) 22 Dicembre 1629. Francesco Barberini al Palletta (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania , N. 119, Foglio 209, Doc. VI).