La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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di Savoia. Troppo manifestamente palesa vasi il desiderio di compiacere Luigi XIII. Aveva, è vero, fra Valeriano, per temperarne Tamaro, consigliato Cristina di Savoia, moglie di Vittorio Amedeo, di rivolgersi al re di Francia, suo fratello, e fatto apertura dì una tregua, ma soltanto come cosa secondaria (1). lai tregua, del resto, era pel momento necessaria tanto al duca Carlo, quanto ai suoi avversari. Non una garanzia intorno alTuscita del Richelieu dall'ltalia, conteneva il trattato di fra Valeriano. I confederati dopo essersi lamentati di ciò un po' vivamente col cardina! legato, stretti dalla necessità finirono d'accétta re queste condizioni e lo pregarono di trattenersi qualche giorno ancora a Torino, per attendere l’esito del colloquio di fra Valeriano col Richelieu. II Richelieu, dopo essersi lamentato con fra- Valeriano della Spagna e della Germania, lo quali avevano messo a repentaglio imprese gloriosissime, corno finitima guerra contro gli Ugonotti, uscì a dire che voleva ad ogni costo conservare Pinerolo, perchè soltanto in questa maniera sarebbe stato nelfiavvenire sicuro che nessun pericolo avrebbe minacciato Carlo di Nevers. Invano il Valeriano gli enumerò i gravi pericoli che adunava, conia sua ostinazione, sopra la Francia, l’ltalia ed il Novera in particolare ; invano tentò d’atterrirlo, manifestandogli, il disegno dellanrperatore d'assalire con forze considerevoli la Francia, di spingersi sotto Parigi e domare tutta l’ltalia (2) : e finalmente, sempre vanamente, cercò di dimostrargli come, agendo in tal guisa, esponesse la sua condotta a commenti tut.l’altro che favorevoli, e desse agio ai suoi nemici d’interpretare malevolmente- le intenzioni di Luigi XIII. accusato, da molti, cTesser sceso in Italia, non a difesa del XVvers. ma per ambiziosa brama di dominio (3). Tutti i suoi argomenti si ruppero davanti al Tostili alo proposito di conservar Pinerolo; domandò allora fra Valeriano al Richelieu di concedere agli Spagli noi i i mezzi per cautelarsi, ma il Richelieu non volle sentirne a parlare, osservando non dovere gli Spaglinoli pretendere- dagli altri quello che non avevano voluto loro stessi concedete, tanto più che la lega dei principi italiani, destinata a difendere il Nevers, si sarebbe opposta ad ogni alterazione nell'equilibrio delle cose d’ltal ia. Non vinto, il Valorin.no osservò che rispetto a Pinerolo si. sarebbe conciliato ogni cosa, inviando Cristina al fratei suo Luigi XIH, per ottenerne come grazia la restituzione. Il Richelieu rispose riputare inutile il farlo, essendo il re risoluto a conservar Pinerolo in considerazione specialmente dell'inimicizia che oravi col duca Carlo Emanuele; inimicizia, che l’indole violenta, doppia, simulatrice del duca, complicava. Esauriti tutti i mezzi di persuasione il Valeriano fu costretto a tornarsene al campo dei confederati (4). Il Cardinal legato temendo che l’autorità ed il suo prestigio rimanessero danneggiati dal cattivo esito riportato sempre dalle sue prar tiche, ne provò gran malcontento, c paventando la collera del pontefice. prima ancora che essa avesse modo di scoppiare scrisse a Roma

(1) 20 Aprile IG3O. Fra Valeriano al Card. Legato (Biblioteca Barberini, Codice LXXH, 40, Foglio 117-19, Doc. LXIX). (2) 5 Aprile 1630. Nota di quello che segni nell’abboccamento di Fra Valeriano col Richelieu rßibl. Barberini, Codice LXXIT. 40, Foglio 119, Doc. LXX). (SI 5 Aprile 1630, Nota di quello che segui nell’abboccamento di Fra Valeriano col Richelieu (ivi). (4) 5 Aprile 1030. Nota dei partiti di Fra Valeriano col Richelieu (Bibl. Barberini, Codice LXX li, 40, Foglio 121, Doc. LXXT).