La legazione del cardinale Antonio Berberini nella Guerra del Monferrato

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strano a chi l'osa mi ri L superficia! mente, ma esso ò spiegabile, almeno in parie, con sideram io la condotta ambigua e doppia del pontefice. I \eneziani ed il duca si lamentavano essere rivolte tutte le trattative ed i negoziati di pace, tentati sempre con mal esito dal Fancirolo, unicamente « per addormentare li Franzesi tino alla definitiva caduta di Mantova, et a separare il Duca (.lai collegati, et consegnare ( asale agli Spaglinoli ». Questo sospetto era in loro avvalorato dal non olir ire 1‘ imperatore altra, investitura oltre quella di Mantova, dalle allusioni della imperatrice intorno al cambio del Monferrato e. finalmente. dal desiderio espresso da Ferdinando, intorno all'uscita delle milizie straniere, e particolarmente venete e francesi (1). Ma maggior diffidenza nutricasi dal Collabo e dallo Spinola contro il pontefice: i considerevoli preparativi d'armi e d annati, la costruzione del forte Urbano, il disegno, già manifestato di far nuove leve coi denari del Castello, la domanda al duca di Savoia di un valente generale, rutto questo complesso insomma di circostanze, non potevano non destare grande fermento a Vienna. Invano l'imperatore, invano il Vallestein avevano cercato con tutti i possibili mezzi d'impedire quegli armamenti, ebe suonavano ostili all'impero ed alla Spagna: alle proteste di devozione, che l'imperatore eri il re di Spagna per mezzo degli ambasciatori avevano fatto, rispose il pontefice che non dubitava delle loro buone intenzioni, ma che non voleva ali’occorrenza dipendere dalla dubbia volontà e dai favori incerti di altri principi. Questa risposta inasprì gli animi, ed eccitò maggiormente a Vienna i sospetti ed i dubbi contro il papa: l'imperatore stesso, uscendo dalla riservatezza, che si era imposta, si lamentò vivamente di Tritano col l'allotta, osservando «come le cose d'ltalia si sariano potute aggiustare molto tempo fa, e Xevers avrebbe übbidito, se non fossero stati i consigli e fomenti de! Capa, (die in Garzuolo si erano trovato due bandiere di S. S. e che è assicurato' che in Italia, molto si lavorava per levare l'lmperio a Casa d'Austria » (2). Ed invero I’rbauo VI IL era, al pari della Signorìa di Venezia, tutto soddisfatto, perchè i Francesi, che si erano ritirati dall'ltalia in ragione del cambio di Sa (uzzo colla Bressa, fatto nel IGO L, ora di bel nuovo vi avessero messo il piede, quantunque ciò succedesse a scapito della indipendenza del Ciemonte. Doveva costi la Francia controbilanciare la Spagna: doveva rompersi l’inipeto della Casa di Absburgo contro le forze a lei contrapposte di Svezia e di Francia. In questa maniera il papa sperava di poter salvare Ciudi pendenza dello Stato temporale, non meno che delTautorità spirituale. Cri ma conseguenza «li questa ostinata opposizione del pontefice ai disegni della Casa di Absburgo, fu un raddoppiamento d'energia da parte degl'imperiali nell'assedio di Mantova (3). 1 progressi del Collabo ini pensieri reno il Cardinal legato, il «piale, desideroso dì dare a Carlo di Xevers agio di sostenersi fino alla discesa dei Francesi, iniziò nuove pratiche. Cer raggiungere un risultato concreto il Barberini scrisse al car-

fi) 8 Dicembre 16:29, Francesco Barberini al Palletta (Ardi. seg. del Vat.. Cifre di Germania, N 119, Foglio 198, Doc. III). (2) 21 Novembre, decit. 20 Dicembre. Il Palletta a F. Barberini (Ardi. seg. del Vat., Cifre di Germania, N. 119, Foglio 208, Doc. V). fB) 7 Dicembre 1(529. Il Mazzarino al Card. Legato (Bibl. Barberini. Codice LXXIT, 40, Foglio 8, Doc, VIII).