Bibliografia Vichiana I
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LIBER METAPHYSICUS
volumetto in dodicesimo, di pagine 130, più due innumerate, e recante il frontespizio ; «De antiquissima italorum sapientia ex linguae latinae originibus emenda, libri tres lohannis Baptistae a Vico neapolitani, regii eloquentiae professoris », al quale frontespizio segue l’« occhio » : « Liber primus sive metaphysicus, ad nobilissimum virum Paullum Matthiam Doriam, praestantissimum virum, scriptus » (e, in effetti, tutto il Liber ha la forma d’una lettera aperta al Doria). Non è il caso d’indugiarsi sulle correzioni autografe aggiunte dall’autore, con abitudine divenuta poi in lui costante per qualunque suo libro, negli esemplari offerti in dono, con dediche parimente autografe, ad amici e altri studiosi, e dei quali restano ancora alcuni in biblioteche pubbliche e private d’ltalia (Vittorio Emmanuele di Roma, Miscellanea Valenti, n. 779 ; Angelica di Roma, volume segnato PP. 3.36 ; collectio viciana del Croce, ecc. ecc.): come, tra altri, l’esemplare « reverentemente » dedicato « all’ill.mo sig. Arrigo Brenckmann » e passato poi, come appare dall’« ex libris lohannis Clerici », nelle mani del Ledere ; l’altro esemplare « riverentemente » dedicato « alJ’ill.mo sig. Giusto Fontanini»; un terzo esemplare che, rilegato con le due Risposte al « Giornale de ’ letterati », venne fatto tenere in omaggio al teatino Carlo Maria de Raho ; un altro ancora « riverentemente » indirizzato « all'ill.mo monsignor Francesco Bianchini »; e così via. Non è il caso d’indugiarvisi, perché quelle correzioni marginali sono state rifuse tutte nella riedizione, qui sotto citata, del Nicolini. E basta ricordare di volo che se, come pare, il Vico ebbe rapporti personali con lo Shaftesbury nei quindici mesi che il filosofo inglese dimorò a Napoli (v. quaggiù parte seconda, sezione prima, capitolo primo), anche il Liber metaphysicus e le due Risposte, come già il De studiorum ratione (v. sopra p. 14), furono tra gli opuscoli di studiosi napoletani che l’autore delle Characteristics trasmise al Newton e a Guglielmo Burnet. E piuttosto il caso d’aggiungere che prima ristampa fu quella che ne diè il Bailanche soltanto in alcuni esemplari del suo Orphée (uno è nella collectio del Croce) e, più esattamente, del « tome deuxième », pp. 49-109, degli Essais de palingénésie sociale (Paris, imprimerie de Jules Didot l’ainé, 1829). Seguirono le altre inserite nelle sillogi del Predari, del Ferrari (volume secondo), dello Jovene, nuovamente del Ferrari, del Pomodoro e del Nicolini (in Vico, Opp., I, 123-94).