Bibliografia Vichiana I

NOTAE

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Jovene (volume III), del Pomodoro (volume III) e del Nicolini (11, 264-590), che lo ha ricollazionato sugli esemplari postillati a cui s’è accennato a proposito del De uno. Di traduzioni, poi, non ce n’è se non una sola, e cattiva: quella italiana che accompagna l’ora citata edizione del Pomodoro.

IV LE « NOTAE »

Primo nucleo di esse furono gli « omissa aliquot » e gli « aliquot emendata » aggiunti a stampa in calce al De constantia (v. sopra p. 28) : omissa ed emendata, che, anche, dopo la pubblicazione di quest’ultimo, crebbero di numero ed estensione, alternandosi con correzioni di errori tipografici e reintegrazioni di piccoli brani saltati dal tipografo, via via che 1’ autore, tornando innumeri volte sui propri passi, rivedeva parola per parola quel testo già tanto torturato. Per un certo tempo furono sufficienti i margini del De uno e del De constantia : pel primo quelli, più angusti, d’un esemplare in carta comune ; pel secondo quelli, amplissimi, d’ un esemplare in carta distinta. Che anzi, sin dal bel principio, il Vico, sempre che gli capitasse di donare il libro a studiosi di riguardo, riprese a fare ciò che aveva fatto pel passato nei rispetti del Liber metaphysicus e delle Risposte (v. sopra p. 16), ossia trasferire nell’esemplare da donare le postille marginali già segnate in quello serbato per uso proprio, e magari aggiungervene altre, che, a loro volta, trascriveva nel proprio. Così appare già dall’ esemplare posseduto dalla Casanatense di Roma (segnato H. XIII, 13), alla quale, e, per essa, al suo prefetto fra Tommaso Maria Minorelli, pervenne nella prima quindicina del settembre 1721 per dono dell’autore (cfr. Vico, Opp., V, 171-72, 176, 285). E così è apparso da altro esemplare, che, inviato dall’ autore non si conosce a chi, fu, anni addietro, posto in vendita alla pagina 400 del catalogo della Bottega di libri (Roma, via del Gambero, n. 8, marzo 1925), senza che da chi scrive se ne sia potuto appurare l’acquirente. Ben presto, per altro, non bastando più i margini, bisognò ricorrere a fogli manoscriti o incollati ai margini stessi o intercalati : quei fogli appunto che s’incontrano di quando in