Bibliografia Vichiana I

FOSCOLO - MANZONI

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perla chi indicasse uno scritto capitale del Foscolo nel quale la filosofia della Scienza nuova non abbia, bene o male, una parte ». Al che aggiunge che il Foscolo fu una volta ancora debitore al Nostro così quando oltrepassò i romantici nel considerare «la missione civile delle arti, le quali egli voleva compissero coi loro propri mezzi e non con quelli della scienza », come nei suoi tentativi, « primi tra noi, d’ un’ interpretazione storica della letteratura ». Sui rapporti tra il Foscolo e il Lomonaco, Mario Fubini, L’amicizia di Ugo Foscolo e di Francesco Lomonaco nel Giornale storico della letteratura italiana, CX (1937), pp. 1-87, e cfr. Natali, memoria citata, p. 178. Su quelli tra il Foscolo e il Cuoco, Enrico de Negri, La logica della necessità e l’estetica della libertà del Foscolo, nella Civiltà moderna di Firenze, XII (1940), pp. 97-125 : e cfr. F. Nieolini, in Cuoco, Scritti vari, I, 254. Del Tommaseo èda vedere un’aggiunta al suo articolo sul Foscolo ; aggiunta che, mancante nella prima, viene data nelle successive edizioni del Dizionario estetico, e ch’è ristampata in Tommaseo, G. B. Vico, edizione Quadrelli, pp. 113-23: cfr. anche ibid,, p. 47. Del Fagnani v. il libro più oltre citato Sulla divinazione, pp. 96-97 ; del Croce, Poesia e non poesia, edizione del 1935 citata più oltre, p. 79, e Problemi di estetica, p. 424 in nota ; del Borgese, Storia della critica romantica in Italia citata più oltre, pp. 197 98, e cfr. p. 193, nota 3. Per altri ragguagli, Giovanni Rossi, Due fonti della ragion poetica di Ugo Foscolo ( Giambattista Vico e Antonio Conti), estratto dalla Rivista d’ Italia dell’ agosto 1909 ; Eugenio Donadoni, Ugo Foscolo pensatore, critico, poeta (Palermo, Sandron, 1910), passim ; E. Zona, nel Giornale storico della letteratura italiana, LXIII (1914), pp. 16-26: Santino Caramella, Ugo Foscolo educatore, in Ateneo veneto, anno CXXVI, voi. 119, n° 5 (novembre 1935), a proposito del settimo volume dell’edizione nazionale delle Opere foscoliane a cura di Emilio Santini ; F. Flora, Storia della letteratura italiana citata, 111, 41, 42, 49. 3. A. Manzoni. «Sapienza antichissima degl' italiani », « storia ideale eterna », « provvidenzialità della storia», «corso uniforme delle nazioni», «libertà signorile», «barbarie ricorsa » e altri consimili concetti vichiani divennero ben presto familiari al giovinetto Alessandro Manzoni. Lo diceva egli stesso, fatto vecchio, a Francesco Lomonaco iuniore (discendente dall’esule e deputato al Parlamento italiano), al quale amava ricordare quanto fossero « uomini di talento » tutti gli emigrati napoletani del 1799, e quanto «quella emigrazione concorresse alla coltura in Lombardia », soggiungendo ; « Non conoscevamo quasi Vico, e ce lo fecero conoscere». Amava anzi rievocare singolarmente taluni di quei napoletani nel conversare non soltanto con 1’ anzidetto Francesco Lomonaco il giovane, ma