Bibliografia Vichiana I
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MANZONI
meri sita, era conformato storicamente ; in troppe cose, insomma, esli era agli antipodi del Vico, perché, generalmente parlando, potesse non considerare la poesia, la critica letteraria, la storiografia e, in un certo senso, la stessa vita morale in guisa quasi antitetica a quella del Nostro. Dire questo vale come dire che a fondo del pensiero vicinano il Manzoni non penetrò mai. E che sia così, appare, tra altri molti (a cominciare, dal suo così antivichiano moralismo) da questo fatto : che, in ciò meno acuto dell’altro cattolico Balbo (cfr. appresso sezione quarta, capitolo secondo, paragrafo 111, numero 1), egli non s’ avvide neppure del carattere sostanzialmente anticattolico della Scienza nuova ; e, conseguentemente, gli sfuggì che, a differenza della provvidenzialità della storia agostiniana-bossuettiana, fondata sul principio della trascendenza, quella vichiana poggiava sul principio opposto deH’immanenza. Comunque, il Manzoni fu il primo o uno dei primi a scorgere che l’erudizione vichiana, ancora tanto lodata dal Monti (v. quassù p. 424), peccava talora per frettolosità, sovente per fantasiosità, sempre per inesattezza : donde, nel citato paragrafo del sopramentovato Discorso del 1822, il passo nel quale viene proposto quale ideale alla nuova storiografia il congiungimento della precisa indagine dei fatti singoli, ch’è peculiare al Muratori, con la profonda comprensione dei loro insieme, in cui consiste la grandezza della storiografia vichiana. Nella moltitudine delle notizie positive e dei giudizi talvolta esalti, ma sempre speciali, in mezzo a cui vi pone il primo, come si desiderano le viste generali del secondo, quasi uno sguardo più acuto, più lontano, più istantaneo per iscorgere grandi masse in una volta, per avere un senso unico e lucido di tante parti, che, separate, appaiono picciole ed oscure, per trasformare in dottrina vitale, in scienza perpetua, tante cognizioni senza principi e senza conseguenze! E, seguendo il Vico nelle ardite e troppo spesso ipotetiche sue classificazioni, come si vorrebbe progredire colla scorta dei fatti molteplici e severamente discussi, per gustare quell’ alto diletto mentale, che le rivelazioni dell’ingegno non possono produrre che per mezzo dell’evidenza ! Certo, a volere sottilizzare, codesto parallelo tanto seducente appare non del tutto esatto a chi pensi che nel Vico c'era —osserva il Croce—anche « un Muratori, ossia un filologo, e nel Muratori un Vico, ossia un filosofo, quale ci poteva essere ». A ogni modo, l’ora trascritto passo manzoniano ebbe risonanza immensa : e, come, lungo l’età romantica, all’ideale 28