Bibliografia Vichiana I

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DELFICO

volte ristampati poi, il Delfico, secondo mostra il titolo stesso della sua fatica, giungerà a negare alla storiografia proprio quella certezza interiore, a dimostrare la quale era stato consacrato il più e il meglio della filosofia vichiana (v. sopra p. 415). A ogni modo, nelle Ricerche sul vero carattere della giurisprudenza romana e de’’ suoi cultori, pubblicate primamente presso il Porcelli di Napoli, nel 1791, il Delfico non aveva mancato d’appellarsi al Vico, «il quale, riunendo alla molteplicità delle filologiche cognizioni la filosofia indagatrice delle origini sociali, fra le tenebre della remota antichità e fra le favole delle ricordanze degli antichi costumi, seppe scoprire, come un principio naturale politico, che, nel comune corso delle nazioni, le società primitive cominciarono dalle aristocrazie». Parole che non impedirono a colui che le aveva scritte, —e che, sotto l’evidente efficacia del Beccaria, mirava ad additare quanti più difetti potesse nelle leggi romane, per potere poi propugnare l’abolizione di queste, di osservare, tutt’alPopposto del Vico (del quale v. per esempio Opp., IV, capovv. 950-53), che « i romani né conobbero né possederono mai la vera grandezza o ne’ sentimenti civili o ne’ governativi : e la loro giustizia fu in principio quale può essere nella barbarie ; d’indi quale suol essere nelPamministrazione arbitraria, e finalmente nella confusione delle leggi e nella generale corruzione » ; e, come se ciò fosse poco, d’aggiungere che la scienza istituita dai giureconsulti romani è quella mirante a porre in opera i mezzi più idonei «• per abusare delle cattive leggi nell’amministrazione della giustizia». Salvo poi, come se mai codesto fosse antivichismo schietto, ad appellarsi, anche a codesto proposito, alla Scienza nuova e a deformare totalmente quanto era stato scritto in questa dell’ « arcano » e della « custodia » delle leggi (Vico, Opp., IV, capovv. 999-1003). Un riecheggiamento vichiano sembra d’udire nella prefazione alle Memorie storiche della repubblica di San Marino (Milano, Sonzogno, 1804) e, più propriamente, dove è detto che in quella minuscola repubblica esempio cospicuo della guisa in cui uno Stato, anche piccolissimo, « possa conservare la propria indipendenza e il proprio prediletto governo » sembra « felicemente adombrato un tipo de’ veramente umani governi » (cfr. Vico, Opp., IV, capov. 927). In talune Ricerche su la sensibilità imitativa considerata come il principio fisico della sociabilità della, specie è del ci-