Bibliografia Vichiana I
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DE ATTELLIS - VIVENZIO - N. NICOLINI
di Napoli del 1806, 1807 e 1808 e riassunti negli Scritti vari, 11, 259; nonché la seconda edizione delle Vicende del Signorelli, Vili, 185-93. 3. N. Vivenzio.—Studioso del Vico fu altresì l’economista, storico e uomo politico Nicola Vivenzio da Nola (1742-1816), del quale, più che Visiona del Regno di Napoli (Napoli, 1808 è anni seguenti) e il libro Delle antiche provincie del Regno di Napoli (Napoli, 1812), sono da vedere le Lettere scientifiche di vario argomento (Napoli, Trani, 1812). Nella prima, « egli spiega le origini della favola, della poesia e de’ romanzi dietro le idee di Vico»; seguendo sempre le quali, «paragona, nella seconda, Omero, Dante e Petrarca », e « nell’ottava ragiona della guerra di Troia ; di quella guerra che tanto rassomiglia al famoso assedio di Parigi, e che forse non è mai esistita in fatto, come non ha esistito questo, ma che si troverà nelle tradizioni di tutti i popoli, come un punto intermedio tra l’estinzione della barbarie e il ritorno della civiltà ». Così il Cuoco in un annuncio inserito nel Monitore delle Due Sicilie è riassunto negli Scritti vari. 11, 281. Vedere anche ibidem, p. 274; e Ulloa, Pensées et souvenirs, I, 112, 119 e 327. 4. N. Nicolini. Quasi al tempo stesso che il Cuoco e altri esuli napoletani del Novantanove iniziavano in Lombardia, e poi continuavano a Napoli e altrove, durante il Decennio napoleonico, quel particolare apostolato vichiano di cui s'è fatto ricordo (pp. 407 ssg.), altri uomini del Novantanove, discepoli quasi tutti del Pagano e di Nicola Vailetta (v. sopra pp. 335 sgg. e 344-45), venuti sù col culto verso il Filangieri (v. sopra pp. 333-34) e consacratisi in modo particolare agli studi giuridici, procuravano, in occasione delle riforme legislative, amministrative e giudiziarie introdotte in Napoli dal 1806 in poi, di filosofare quegli studi col trarre ispirazione soprattutto dalle opere del Vico. Per tal modo, sènza che quei valentuomini se lo proponessero, sorse una scuola giuridica napoletana, chiamata poi « vichiana », e che, durata circa un secolo, ebbe suoi ultimi rappresentanti Francesco Pepere e Luigi Miraglia, titolari, nell’Università di Napoli, l’uno di storia del diritto, l’altro di filosofia del diritto. Di certo, tra costoro si faceva distinguere talora qualche fanatico, il quale—col suo non leggere, e non volere leggere, altri libri che il De antiquissima italorum sapientia, il Diritto universale e (alquanto meno) la Scienza nuova ; col suo ignorare, e volere ignorare, quant’altro s’ era