Bibliografia Vichiana I
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« GÒTTINGISCHE GELEHKTE ANZEIGEN » ■ TENNEMANN ■ WEBER
Per una confutazione sin troppo ampia di codeste idiozie cfr. le pagine 15-19 dell’introduzione premessa da Carlo Enrico Miiller alla sua citata traduzione del De uno (v. sopra p. 26). 6. G. G. Tennemann, G. E. Weber e altri. Soltanto per compiutezza bibliografica va fatto a questo punto il nome di Guglielmo Gottlieb Tennemann (1761-1819), che nelle due edizioni originali del suo Manuale di storia della filosofia (1812 e 1815) ricordò, sì, il Vico, ma semplicemente per dire che, dopo di lui e del suo più giovane compatriotta Antonio Genovese, gl’italiani « hanno fatto pochi passi nelle scienze filosofiche ». È da tornare poi sul dottor Guglielmo Ernesto Weber, non già pel poco felice Vorwort premesso alla sua traduzione della Scienza nuova (v. sopra pp. 504-505), bensì per aggiungere qualche parola intorno a questa traduzione stessa e alle note erudite che la accompagnano. Circa la versione, giova tenere presente questo giudizio della Cristina Trivulzio di Beigioioso : Le traducleur n’a pas pris de grandes libertés : il a transporté exactement, et comme sa langue le lui permettait, les phrases interminables et contournées de Vico de l’italien en allemand. Si Vico lui-méme avait écrit en allemand, il n’est que trop probable qu’il eùt écrit à peu près ainsi. M. Weber ne ménte aucun reproche. Lorsqu’il ne comprend pas (ce qui lui arrive quelquefois), il se résigne immédiatement, et il reproduit fidèlement en allemand la méme obscurité qui se retrouve dans le texte, avec cette différence pourtant : que l’auteur du texte se comprend lui-méme, et que le traducleur ne se comprend pas. J’ai cherché souvent si le traducleur allemand ne m’aiderait pas à reconnaitre le sens des passages les plus difficiles, et je n’ai jamais rencontré qu’une accumulation de lénèbres. Ben meritate lodi la Beigioioso tributa invece alle brevi note a piè di pagina da cui il testo è corredato : lodi a cui chi scrive sente tanto più il dovere di aderire in quanto s’è giovato di esse nell’attendere al suo commento storico della Scienza nuova. Appunto perciò metterebbe conto che qualche studioso tedesco, mercé apposite ricerche, desse del Weber quei ragguagli che chi scrive ha cercati invano nei dizionari biografici e nelle storie letterarie. Da quanto egli dice di se medesimo così nel frontespizio dell’ anzidetta traduzione come nel Vorwort, appare che forse era prussiano ; che nel 1822 insegnava nel regio ginnasio prussiano di Wetzlar ; che era stato indotto alla sua fatica, iniziata nel 1817 e portata a compimento nel 1822, dal gran parlare che s’era fatto del Vico in Germania