Bibliografia Vichiana II

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E. AMARI - DETTORI - ANONIMO - G. RICCI - GIULINI

Q fi Vico (Vienna, 1880, di pp. 62, in B°, estratto dal volume XCVI dei Sit-ungberichte derphilosophische-historische Classe dell'lmperiale Ac-' adertila di Vienna). Di codesto scritto del Werner s’ha anche una ver. sione italiana, inserita da G. Vadali Papale, col titolo Enterico Amari in ì rione a Giambattista Vico, negli Alti dell’Accademia delle Scienze dWalermo, li, 10 (anni 1887-88). B) MINORI a) NELL’ITALIA SETTENTRIONALE E CENTRALE 1 (J. M. Dettoli. —AI dire del Siotto-Pintor, tra gli scrittori citati dal teologo sardo Giovanni Maria Dettori da Tempio (1773-1836), autore di cinque volumi di Theologiae moralis institutiones (Torino, 1824-27), sarebbe stato anche « quel Giovan Battista Vico, che fu maestro d’ingegno e di stravaganze ». Siolto-Pintor, Storia letteraria di Sardegna, li (Cagliari, 1843), p. 183. Ma cir., contro, Donati, Nuovi studi citati, p. 439, nota 2. 2. Anonimo. Studioso del Vico doveva essere un ignoto, il cui cognome cominciava probabilmente con «T » , che è, a ogni modo, la sigla con cui sono sottoscritti due articoli sulla Filosofia della storia di Enrico Luden (1780-1847), inseriti nel primo volume (1830) d’un periodico dal titolo Antologia straniera, che si pubblicava a Torino, e i cui articoli erano tradotti di solito dalla Nouvelle revue germanique. Comunque, in quegli articoli, alla pagina 263, è una nota nella quale Tanzidetto T. accenna alla Scienza nuova come ad antecedente dei lavori dello Herder. 3. G. Ricci. Si sono ricordati sopra (pp. 536 e 539) tre articoli vichiani di Giuliano Ricci, occasionati due dalla fatica vichiana del Michelet, l’altro dall’introduzione del Quinci alla sua traduzione dello Herder. Qui si aggiunge che del Vico il Ricci discorre altresì nel numero 121 (gennaio 1831), pp. 43-57 dell 'Antologia. 4. R. Giulini. « Tra il 1830 e il 1840 è detto in una lettera privata di Alessandro Casati a Benedetto Croce vi fu a Milano una ripresa di studi vichiani da parte di quei giovani che poi fondarono la Rivista europea : le edizioni del Ferrari e del Predari ne sono il risultato. Uno dei più ferventi vichiani, e che primo risvegliò il Ferrari a studiare il