Bibliografia Vichiana II

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RIVATO • POLI

silloge predariana delle Opere del Vico, sia perché reca una breve biorafia del Nostro, sia perché vi si sostiene, prespaventiauamente, la tesi che la Scienza nuova « servì nei tempi posteriori di face a render celebri i primi filosofi dell’Europa », sia perché a codesto raccostare la filosofia vichiana alla posteriore speculazione europea fa séguito, anche nue°ta volta prespaventiauamente, l’altro raccostamento del Vico a Giordano Bruno ;di colui scrive il recensore che, «fu il primo che esule e perseguitato, ricovrandosi di terra in terra straniera, scrivea quelle opere di meravigliosi concetti ripiene, che gettarono le basi alla celebrità della scuola kanziana, tanto rinomata in Germania ». Un concetto, quest’ultimo, che ritorna, e quasi con le medesime parole, in un articolo sul Bruno pubblicato nel volume IV, pp. 1192-99, dell’AV ciclopedia italiana e dizionario della conversazione (Venezia, dallo stabilimento enciclopedico di Girolamo Tasso, 1841) dall’abate Antonio Rivato da San Giovanni Ilarione (1787-1876). 11 quale si rivela tanto più sicuramente autore anche della recensione, in quanto, da un lato, già vichiano al tempo in cui aveva insegnato filosofia a Brescia (1825-29). aveva composto colà una memoria sul nesso tra la filosofia e la storia, ispirata tutta a concetti della Scienza nuova : e, d’altro canto, nel 1829 si trasferì appunto a Verona, ove, insegnante di filosofia sino al 1851 nell’anzidelto liceo di Sant’Anastasia, pubblicò nel 1837, presso quell'Autonelli che abbiamo visto tipografo del Poligrafo, taluni Cenni preparatori alla filosofia kanziana, ispirati anch’ essi a grande simpatia per le idee del Bruno e del Vico. Riassumo da Luigi Messedaglia, Vita di cent'anni fa : Angelo Messeduglia adolescente e la sua crisi spirituale (Verona, 1929, estr. dagli Atti quell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona, serie V, voi. VI, e cfr. recensione di A. Serena nel l’Archivio veneto del 1929). Pel carme dell’Aleardi, non raccolto tra i Canti, cfr. G. Biadego, Bibliografia aleardiana (Verona. 1916), pp. 91-92. Per altri minori accenni del Poligrafo al Vico (al quale, quasi simultaneamente, accennava altresì il Giornale dell'italiana letteratura Ai Padova, serie 11, tomo XVIII, p. 347), v. i numeri dell’ ottobre (pp. 27-28), novembre (pp. 185 e 195) e decembre 1832 (pp. 341 e 492). Sul Bianchetti e, in genere, sul Poligrafo v. anche Giovanni Gambarin, I giornali letterari veneti nella prima metà dell’Ottocento, in Nuovo archivio veneto, nuova serie, XLVIII (ottobre-decembre 1912), pp. 287-95. Sulla prima memoria del Rivato intorno ai rapporti tra la filosofia e la storia cfr. Giacomo Zanella, negli Atti del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, serie V, tomo II (1875-76), pp. 661, 667-68 e 670. Quanto poi al più illustre tra quei vichiani veronesi, cioè ad Angelo Messedaglia, è sembrato più opportuno discorrerne a parte tra gli scrittori politici. 6. B. Poli. Nel 1832 l’editore milanese Antonio Fontana dava fuori, in una traduzione italiana condotta da Francesco Longhena non già sull’originale tedesco ma sulla versione francese del Cousin, il Manuale di storia della filosofia del Tenne mann, già mentovato sopra (p. 516). Piccole aggiunte e qual-