Bibliografia Vichiana II

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POLI - CAVRIANI - F. BOSSI

il Genovese, il Filangieri, il Pagano, il Jerocades, il Jannelli, il Ro magnosi, il Borrelli, Giuseppe Sanchez, Domenico Capitelli e Nicola Nicolini. 7. F. Cavriani. Circa quel tempo e, in ogni caso, non dopo il 1833, il marchese Federico Cavriani da Mantova (17621833). pubblicò a Milano, presso la casa Rateili e Fanfani, senza indicazione di anno, certe Lettere filosofiche alla studiosa gioventù, due delle quali, la XXVIII e la XXIX (pp. 121-37), sono consacrate a una esposizione della metafisica del Vico. 8. F. Piano e « signor K. ». Del Vico s’occupò nel 1835 un F. Piano, probabilmente torinese e che, a ogni modo, ne scrisse in un periodico per l’appunto torinese, cioè ne L’Annotatore piemontese, ossia giornale della lingua e della letteratura italiana, redatto dal sacerdote Michele Ponza. Vedere nel volume secondo le pagine 6-24, contenenti una recensione dei volumi usciti in quell’anno della prima silloge ferrariana ; alle pagine 330-40 altra recensione della silloge del Predar! ; alle pagine 382-392 un articolo che, col titolo Della metafisica e della Scienza nuova di Vico, intende ribattere altro articolò, inserito da un « signor K. » nel Messaggiero del commercio del 15 agosto 1835. 9. F. Rossi. Frequentatore assiduo delle conversazioni serali in casa Manzoni, bibliotecario a Brera e socio dell’lstituto lombardo, nelle cui pubblicazioni inserì molti suoi lavori, il pavese Francesco Rossi (1796-1873) va ricordato qui pel molto raro e quasi sconosciuto libro, che, recante il titolo Studi storici (Milano, Pirotta, 1835), sarebbe stato più opportuno intitolare Teoria della storia. Delle due parti, di cui consta, la prima, Della teorica delle prove storiche, dopo avere assegnato alla verità storica il carattere di « verità logica », che consiste nella « certezza morale », passa a esaminare a parte a parte la critica filologica e quella filosofica e le varie specie di testimonianze. La seconda parte, Degli aspetti diversi della storia, si suddivide in due sezioni ; Degli aspetti estetico, prudenziale e politico e Dell'aspetto scientifico. Nel farsi a esaminare, in codesta seconda sezione, la concepibilità logica della cosiddetta filosofia della storia, intesa quale «cognizione della legge colla quale vive l’umanità», l’autore esamina criticamente i sistemi del Vico (sul quale cfr. pp. vi-vii, 102-109, 12930), del Turgot, dello Herder, dello Schlegel e, attraverso il Cousin, anche dello Hegel, e conclude contro l’ammissihilità di quella disciplina. Vedere G. Curioni, commemorazione del Rossi nei Rendiconti dell’lstituto lombardo del 1873. pp. 781-98; e segnatamente B. Croce, ne La