Bibliografia Vichiana II

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DE LUGNANI - BERTINARIA - BROGLIO

gnani discorreva del Vico come d’un « ingegno colossale tra quanti mai ne produsse il ferace paese di Napoli», anzi come del « vero Dante della filosofia moderna » ; ma anche come d’ uno scrittore che l’ltalia cominciò a gustare tardi, perché ne trovò <- aspro lo stile e troppo proprio l'idioma per essere facilmente inteso da chi non udiva la viva voce di lui o de' suoi discepoli ». Il De Lugnani non sospetta neppure che da quel « robusto lume di raziocini e di fatti» potessero emanare altra cosa che «dottrine d’ordine e cattoliche ». Senonché soggiunge che i rappresentanti della scuola napoletana, pure ereditando 1’ « energia » di tanto maestro, furono dai tumulti rivoluzionari traviati « al liberalismo sospinto e al scetticismo »r donde i saggi, le storie, i ragionamenti del Pagano, del Cuoco e del Delfico. 13. F. Bertinaria. A doppio titolo va mentovato a questo punto Francesco Bertinaria da Biella (1816-?), insegnante di storia della filosofia nell’ Università di Genova. In primo luogo per avere nel Subalpino di Torino, anno I (1839), pp. 529 sgg., nel recensire le Nozioni di estetica di G. Bonacci, compendiato le dottrine del Vico sulla poesia nella vita delle nazioni. E in secondo luogo per avere toccato del Nostro nel libriccino Sull’indole e le vicende della filosofia italiana (Torino, 1846). 11 Vico egli dice si propose di trattare non già la filosofia della storia concepita quale « teoria generale della vita una deH’umanità progrediente di continuo verso un ideale », ma solamente « la scienza generale della vita delle nazioni », concepite quali unità tra loro indipendenti. Naturale, dunque, che formolasse la dottrina dei ricorsi, « falsa per la vita una, ma vera per quella dei singoli popoli antichi, non legati fra loro col vincolo dell’universale incivilimento ». Cfr. Cantoni, G. B. Vico, p. 385, nota 1 ; nonché sopra, p. 558. 14. E. Broglio. Tra gli articoli pubblicati nella Rivista europea di Milano (o nuova serie del Ricoglitore) da colui che si sottoscriveva « E. B. », e ch’è sicuramente l’amico del Manzoni e futuro ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’ltalia Emilio Broglio (1810-1892), due, inseriti entrambi nella parte seconda dell’annata seconda (1840), meritano particolare menzione. Nel primo viene esibita (pp. 341-42) una critica e quasi satira della filosofia della storia così come la concepivano sia la scuola cattolica sia