Bibliografia Vichiana II

CANTO - NICCOLINI ■ LA FARINA - VANNUCCI

641

tualista divenuto antintellettualista, seppe assegnare, correlativamente, origini affatto diverse alla storia dell’umanità. Felice l’altra in cui viene to in rilievo che, a differenza del Machiavelli, che « aveva accettato la «toria di Livio come indubitabile e nel senso volgare » ; a differenza del Boccalini, di Annibaie Scotti « e consimili commentatori di Tacito » ; h differenza del Sigonio, del Gravina e di innumeri eruditi del diritto romano, i quali in questo non vedevano se non i fatti ; il Vico, così nella storia etico-politica come in quella giuridica, fu un vero « scopritore » : « né altri mai radunò tante verità e principi nuovi, né tanto valse nel convertire i fatti in idee, senza smarrirsi in astrazioni ». Felice, per ultimo, quest’altra ancora, nella quale il Cantò, pure dopo avere indicato quelli che gli sembravano errori fondamentali del Nostro, trova che « meravigliose conquiste operò questo ignorato, che, dominato da quella melanconia che dà grandezza, si fece interamente antico » ; e « i deserti antestorici popolò co’ figli de’ suoi pensieri » ; e, « innovando il metodo delle ricerche storiche, nel che consiste il suo merito supremo, fu il primo ad architettare la storia come 'Soggetta a una legge certa, ad un’eccelsa moralità, indipendente da nazioni e da tempo ». Sul carattere morale e letterario del Cantò e sul suo raccostamento al Tommaseo, Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono. 1. 204 s gg. —li postumo elogiatore è Carlo Cipolla : cfr. nel volume «In morte di Cesare Cantù, a cura della famiglia » (Milano, 1896), p. 196. Dai Documenti della Storia universale (tomo 11, parte 11, numero Vili, 8) l’esposizione della Scienza nuova, col titolo Esame delle dottrine del Vico sulla filosofia della storia, venne riprodotta dalle pagine 255-58 delle più volte citate Opinioni e giudizi sulle opere del Vico. I rapporti ideali tra il Nostro e il Cantù porsero occasione a talune divagazioni di Cesare Marini, op. cit., pp. 91-94. 3. A. Vannucci e altri neoghibellini. Il nome del Vico ricorre altresì nelle scritture storiche dei maggiori rappresentanti dei cosiddetti «neoghibellini». Ma in essi cervelli, generalmente parlando, molto meno storici dei loro avversari neoguelfi e anche ricercatori molto meno accurati, quanto s’avverte l’efficacia deWlstoria civile del Regno di Napoli del loro grande antenato Giannone, altrettanto, salvo qualche rara eccezione, appare nulla quella della Scienza nuova. A Giambattista Niccolini s’è già accennato (p. 453). Dei messinese Giuseppe La Farina (1815-63) basterà ricordare che neppure lui, nella prefazione alla Storia di’ Italia narrata al popolo italiano (Firenze, 1846-54), manca di mentovare il Nostro. Pure in nessun altro caso, forse, la conoscenza dell’opera vichiana si rivelò, all’atto pratico, tanto sterile quanto in Atto Vannucci da Tobbiano nel Pistoiese (1808-83), che. più colto tra i componenti quella scuola, consacrò al Nostro una decina