Bibliografia Vichiana II

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MAZZOLDI - BLANCH

metaphysicus. Per contrario, non direttamente dal Nostro, del quale, del resto, egli fa il nome segnatamente alle pagine 8,8, 11, 83 e 408, bensì dall’ipotesi euochiana dei due cicli di civiltà intramezzati da un periodo di barbarie ricorsa, che si sarebbero avuti nell’ltalia preromana (v. sopra p. 412) sembra prendere lo spunto il Mazzoldi quando aggiunge che 1’ antica civiltà italica fu bruscamente spezzata da uno sconvolgimento telluiico, per cui gli abitanti fuggirono, spargendosi in Grecia, nell’Asia minore, nell’Egitto e nell’Oriente intero, salvo, dopo lunga età, a tornare nel già del tutto obliato e perciò non più riconosciuto paese d’origine e a dividersi in genti varie per dialetti, costumi, leggi. È probabile che codesta tal quale patina vichiana o pseudovichiana concorresse a fare accogliere con rispetto e a discutere con gravità im macinazioni così grossolane, e inducesse. Ira altri, il già mentovato Nicola Corda, sebbene ferrato nel suo mestiere di archeologo, a consacrare a esse due articoli inseriti nel Progresso (XXVIII, 242 sgg. e XXIX, 99 sgg.). Per contrario, vivaci opposizioni mosse al romanzo mazzoldiano A. Bianchi-Giovini in certe sue Osservazioni (Milano, 1841). alle quali seguirono una Risposta del Mazzoldi (ibid., 1842) e le Ultime osservazioni del Bianchi-Giovini (ibid., 1847). Cfr. altresì A. Barchi, Sopra il nuovo libro intitolalo « Delle origini italiche », ecc. (Brescia, 1842), e principalmente B. Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono, I, 55-56. 5. Un rappresentante dell’indirizzo rigorosamente scientifico :L. Blanch. Cospicuo èil posto che nella storia della fortuna del Vico spetta al lucerino Luigi Blanch (1784-1872), il quale, uscito, dopo l’insuccesso della rivoluzione del 1820, dall'esercito napoletano, in cui era capitano, consacrò tutto il resto della sua lunga vita a lavori storici. Di essi, tuttavia, i circa cento ampi articoli inseriti nel Progresso, nel Museo di scienza e letteratura, nell’ Antologia militare e in altri periodici napoletani del tempo rappresentano soltanto una metà, essendo 1’ altra metà, e forse la più importante, restata manoscritta in ben dodici volumi, venuti in possesso, una ventina d’anni fa, della Società napoletana di storia patria. Vero è altresì che tanto da codesto materiale inedito, quanto dai più importanti articoli sparsi nelle riviste ora mentovate Benedetto Croce ha tratto tre succosi volumi, pubblicati, col titolo « Luigi Blanch, Scritti storici», presso il Laterza di Bari nel 1945. S è già veduto sopra (p. 341) che cosa scrivesse il Blanch medesimo d’un suo non pubblicato studio sui rapporti ideali tra il Vico e il Pagano. A ciò va aggiunto per analogia che nella Miscellanea citata qui sotto (pp. 162-63) viene ricordata una sua memoria inedita del 1820, nella quale, mentre affermava carattere peculiare della filosofia napoletana 1’ indipendenza intellettuale», adduceva quale esempio luminoso la Scienza nuova. E codesta « indipendenza intellettuale », su cui tornerà