Bibliografia Vichiana II

MORELLI - ONDES - S. E M. BALDACCHINI

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10. F. Morelli. Tutta fondata su concetti vichiani è « La scienza dell’umanità e come abbia fiorito e fiorisca nel governo monarchico assoluto, discorso pronunziato nel dì 8 gennaio per Francesco Morelli, procuratore del re presso la Gran Corte criminale di Trani » (Bari, Petruzzelli, 1851). Naturalmente, il Morelli sfrutta la simpatia del Nostro per la monarchia illuminata di tipo settecentesco a beneficio della non illuminata monarchia lazzaresco-poliziesca restaurata in Napoli dopo il fallimento della rivoluzione del 1848. Ma, a dire il vero, nel recente tanto più nefasto periodo fascistico, la Scienza nuova è stata fatta servire, più d’una volta, a scopi ancora più bassi, e talora da gente che, a differenza de) Morelli, il quale, per lo meno, l’aveva letta, non ne conosceva neppure il frontespizio. 11. V. d’Ondes-Reggio. Del Vico s’occupò il barone Vito d’ Ondes-Reggio pars magna della rivoluzione siciliana del 1848, e perciò esule a Genova così, passim, nelle Memorie legislative ed economiche (Palermo, Lao, 1844) come nell’/n-troduzione ai principi dell'umana società (Genova, 1851). Cfr. D’Ancona, in Amari, Carteggio, li, 104.

V. LETTERATI, STORICI DELLA LETTERATURA, FILOLOGI.

1. S. eM. Baldacchini. Come in una più generale storia della cultura napoletana durante 1’ età romantica, così anche in questa sede meritano particolare menzione i fratelli Saverio (1800-79) e Michele (1803-80) Baldacchini da Barletta. Seguace del Troya e, come lui, neoguelfo non meno in politica che in letteratura, Saverio, non ostante la scarsa simpatia del maestro pel Nostro (v. sopra pp. 481-82), fu studioso e ammiratore del Vico, la cui efficacia si risente già nella dissertazione Del fine immediato d’agni giorno (1835), ristamp. in Purismo e Romanticismo (Bari, 1936), pp. 1-52. Del Vico parimente egli trattava l’anno appresso (1836) nel redigere pel volume XIII dell’ ora mentovato Progresso (v. pp. x-xii) un Memorandum , ossia un discorso in nome dei compilatori ; e al Nostro accennava altresì (p. 58) nell’occuparsi, nel Museo di scienza e letteratura del 1844 (nuova serie, volume IV, pp. 51-68), DeU’ulilità e opportunità d’una nuova storia letteraria. Senza dubbio, in questo notevole studio l’autore, partendo dal preconcetto che la letteratura italiana non possa essere intesa storicamente da un non cattolico, preferisce, poco vichianamente, le vecchie trattazioni meramente erudite del Quadrio, del Crescimbeni, del Muratori e del Tiraboschi alle ricostruzioni critiche del calvinista Sismondi