Bibliografia Vichiana II

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S. E M. BALDACCHINI - BOCCHINI - SARTORIO

volumi di Prose (Napoli, stamperia del Vaglio, 1878-74Ì, nei quali Fautore raccolse insieme con altri, anche taluni degli scritti mentovati sin qui (cfr. sul Vico I, 45-47, 182-83; 11, 2ÓI-62 ; HI, 12-15, 156-58, 264) Per un’iscrizione e un sonetto di Michele, quella per un monumento da elevare, questo per uno elevato al Nostro, cfr. presente capitolo, appendice, p. 671 e 672. 2. Un mattoide della letteratura : D. Bocchini. Nato a Napoli nel 1775, ivi morto nel 1840. già commissario di polizia (1807) e magistrato (1813) e destituito dopo la rivoluzione del 1820 per ragioni politiche, Domenico Bocchini scrive rUlloa era «un homme bizarre et chagrin, qui avait de l’esprit en vers, mais était ridicule par defaut de talent, lors méme qu’il avait raison » : tanto che, dopo d’avere goduto d ? un quarto d’ora di celebrità a causa d’ un suo Inferno in versi, « dans lequel il dénigra, par des allusions transparentes et peu généreuses, les ouvrages des écrivains les plus médiocre&», fini con 1’ « amuser le public par ses folies». Codeste « folies » erano esibite per lo più in un giornalucolo letterario serviva altresì da pseudonimo e nel cui primo numero (1° settembre 1835) inserì anche un articolo sul Nostro. Un’ altra « folie » fu non tanto forse un manifesto a stampa, che, senz’alcuna indicazione tipografica, annunziava la prossima pubblicazione, a fascicoli e per associazione, d’ un’ opera filosofica di grande mole, quanto un opuscoloprogramma, che, col titolo « Gli arcani gentileschi svelati del {sic) Domenico Bocchini, avvocato presso il fòro napoletano » (Napoli, Tramater, 1834, pp. xvi in ottavo), tenne dietro a quel manifesto, e al quale, che si sappia, la mancanza d’as«ociati non fece seguire mai l’opera annunziala. A ogni modo, e sebbene in quell’opuscolo il Vico non sia nominato, ci si avvede subito, a cominciare da un sonetto proemiale, che il Bocchini aveva di continuo presente la Scienza nuova. Oltre l’Ulloa, I, 186, v. A. Cutolo, Il decurionato di Napoli (Napoli, 1932), p. 122. Per un saggio dei pessimi versi del Bocchini (nei quali c’è proprio il contrario di quell’ « esprit » asserito dall’Ulloa), per una sua polemica con un Calenda e un epigramma del marchese di Caccavone al riguardo, cfr. F. Nicolini, Incarrighiana, ne La Rassegna d’ltalia, I, 8 (agosto 1946), p. 54. Tuttavia, quanto il Bocchini fosse popolare tra i piccolo - borghesi partenopei, dai quali lo si riteneva un gran bacalare, si sòorge da una commedia di Pasquale Altavilla, intitolata appunto II Cerante Sebezio , e in cui egli è invisibile deus ex machina. Vedila, con numerazione a sé, nel primo volume delle Commedie altavilliane (Napoli, 1849). 3. M. Sartorio, C. Ugoni, R. Andreoli e altri. Lunghe e importanti recensioni del primo e unico volume delle Opere