Bibliografia Vichiana II

del Vico nell’edizione del Predar! (v. sopra p. 140) e del secondo e terzo della prima del Ferrari (sopra p. 141) pubblicava nel Ricoglitore italiano e straniero di Milano, anno secondo (1835), parte prima, pp. 87-88, e parte seconda, pp. 82651, uno dei più solerti recensori di quella rivista, cioè Michele Sartorio. Di lui è da vedere anche una recensione della Storia della letteratura italiana di Giuseppe Maffei ( Ricoglitore , anno secondo, parte seconda, pp. 556-57), ove quanto il Sartorio avesse assorbito dal Nostro, si scorge, tra l’altro, da ciò che dice di Omero. Non è il caso d’indugiarsi né su su codesta Storia maffeiana (Milano, Classici italiaai, 1824), né sulla Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII del Lombardo (Venezia, stesso anno), né su altre compilazioni di storia letteraria, nelle quali tutte, ormai, non mancano cenni più o meno larghi del Nostro. Né occorreranno molte parole per dire che lo ricorda G. Fischer nel discorrere dell’ Odissea nella Rivista europea del 1846 (volume I, pp. 367-78 e cfr. pp. 369-71) ; e che idee vicinane sono adoperate nel discorso introduttivo di G. Bastia alla Collezione di leggende inedite scritte nel buon secolo della lingua toscana, pubblicata dallo Zambrini presso la Società tipografica di Bologna. Piuttosto va ricordato che delle due parti di quella serie di monografie su singoli scrittori, alla quale il bresciano Camillo Ugoni (17841855) diè il titolo Della letteratura italiana nella seconda metà del secolo decimottavo , se i due volumi della prima parte erano stati pubblicati a Brescia nel 1820-22, la parte che rimaneva vide la luce postuma soltanto nel 1856 a Milano, e che appunto in codesta parte postuma si accenna due volte al Nostro (pp. 366-68 e 550). Non dimenticare poi che il medesimo Ugoni, amico e corrispondente di Pietro de Angelis, fornì in vece sua l’articolo sul Vico alla Biographie universelle et portative (v. sopra p. 582) ; e tenere presente che amico della « coorte liberale » che faceva capo a esso Ugoni era stato, nel tempo trascorso da lui a Brescia, quell’abate Rivato di cui s’è discorso sopra (p. 627). E da mentovare per ultimo il napoletano Raffaele Andreoli (1823-91). Il conoscitore della Scienza nuova si scorge in talune osservazioni sparse nei suoi due lavori maggiormente noti, cioè nel più volte ristampato commento alla Divina commedia (prima edizione, Napoli, 1857) e nel Vocabolario del dialetto napoletano (Firenze, Barbèra, 1888). Ma di lui va ricordata altresì una Scelta di canti popolari toscani (Napoli, 1857), nella cui prefazione sono posti a profitto non pochi concetti vichiani. Sul Sartorio, Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono, indice dei nomi, alla voce. Sui rapporti tra il Rivato e l’Ugoni, L. Messedaglia, Ang. Messedaglia cit., p. 97. Sull’Andreoli, Croce, Varietà di storia letteraria e civile, serie prima, pp. 320-29 ; Poesia popolare e poesia d’arte , p. 31. 4. G. Giusti. Oltre che pel sonetto scritto originariamente nel 1835 in onore del Romagnosi e intitolato poi al Vico

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SARTORIO - UGONI • ANDREOLI - GIUSTI