Bibliografia Vichiana II

di questa una memoria Sopra alcuni principi di critica letteraria di G. B. Vico, ristampata negli Studi di letteratura italiana (Firenze, Lemonnier, 1894), pp. 257-68 (v. sopra p. 426). Sull' improvvisazione napoletana del Regaldi (intorno al quale cfr. Croce, Letteratura della nuova Italia, edizione del 1942, V, 213-15) tenere presente un articolo di L. Scovazzo, inserito nel Giornale del Regno delle Due Sicilie del 26 novembre 1840 : il quale Scovazzo, poco dopo (15 gennaio 1841), pubblicò nel medesimo foglio Poche parole intorno a Giambattista Vico come poeta. 6. S. Centofanti. L’efficacia del Vico su Silvestro Centofanti da Pisa (1794 - 1880) si scorge già nella dissertazione Suirindole e il processo della letteratura greca , premessa ai Poeti greci nelle loro più celebri traduzioni italiane (1839-41) e pubblicata in seconda edizione a Livorno nel 1853. Basti dire che il corso di quella letteratura « è rappresentato procedente a una con la formazione progressiva dell’umanità e civiltà greche e volgente poi a corruttela e a condizione imitativa con le cause stesse che prepararono e fecero inevitabile la caduta della libertà nazionale » (Croce, Storiografia italiana nel secolo decimonono , 11, 63 e cfr. 11, 64 ; I, 88 e 48). Più forte ancora si rivela quell’efficacia nei lavori biografici esempio cospicuo quello sull’ Alfieri, premesso alle Tragedie e Vita di Vittorio Alfieri » (Firenze, 1842), nei quali, col metodo seguito dal Nostro n&W Autobiografia, investiga la logica interiore della vita individuale in rapporto ai fini universali. Vedere ancora tre scritti pubblicati a Pisa nel 1845: Sulla storia della filosofia italiana dai principi del secolo decimonono fino ai tempi presenti ; Una formolo logica della filosofia della storia', e segnatamente Sulla verità delle cognizioni umane e sulla filosofia della storia, ricerche e formale, ove l’autore, pure sembrando tendere, alla guisa medesima del Ferrari (v. sopra p. 592-93) e al contrario del Vico, a una filosofia della storia distinta dalla storia reale, mostra tuttavia di non avere dimenticato la Scienza nuova sia quando si sforza di formolare una teoria dell’ umanità, misura ideale di ciò che nella vita è costante, ineluttabile, necessario, sia quando, fra i temi storici che esorta a sviscerare, pone l’efficacia delle leggi romane sulla civiltà del mondo. 7. P. Emiliani-Giudici. Paolo Emiliani-Giudici da Musson meli (1812-72) viene ricordato qui per la Storia delle belle lettere in Italia, pubblicata primamente a Firenze nel 1844, e della quale nel 1851 l’autore diè nella medesima città un rifacimento dal titolo Compendio della storia della letteratura italiana , cangiato poi, nella « quarta impressione » [ibid., Lemonnier, 1869), nell’altro di Storia della letteratura italiana. Studioso appassionato del Foscolo, l’Emiliani-Giudici, subito che dall’autore dei Sepolcri venne ricondotto al Vico (v. sopra p. 426), s’avvide

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ZUMBINI - CENTOFANTI - EMILIANI-GIUDICI