Bibliografia Vichiana II

DE SANCTIS - GORKESIO - APPENDICE

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gl’indici dei nomi che corredano i singoli volumi della nuova edizione delle opere desanctisiane che Nino Cortese viene apprestando per la casa Morano di Napoli. Fatica meno breve dovrebbe compiere chi volesse erudirsi meglio circa i rapporti ideali tra il filosofo settecentesco e il critico ottocentesco, giacché il meno che potrebbe fare sarebbe leggere fonti di chi scrive le molte pagine che Benedetto Croce ha consacrate a rinverdire la fama dell’uno e dell’altro. (I quali, sia detto tra parentesi, già tanto simili per possanza d’ingegno, austera religiosità di senso scientifico ed elevatezza di senso morale, sono, anche oltretomba, se è lecito dire cosi, divenuti compagni inseparabili tanto nella propizia quanto nell’avversa fortuna : nell’avversa, per essere stati l’uno e l’altro, nell’imperversare del positivismo, messi da canto e tenuti quasi a vile ; nella propizia, per essere stati l’uno e l’altro, col rifiorire dello storicismo idealistico, rimessi simultaneamente sugli antichi altari, dai quali già troppo a lungo erano stati rimossi). A ogni modo, del Croce sono da vedere principalmente il capitolo decimoquinto della seconda parte dell’Estetica (edizione citata, pp. 400-12) ; i Problemi di estetica, p. 425 ; la Letteratura della nuova Italia, edizione del 1942,1, 357-70 ; i vari scritti sul De Sanctis accodati a Una famiglia di patrioti ; la Storiografia italiana nel secolo decimonono, indice dei nomi, sub « Sanctis (de) ». Cfr. inoltre, dallo stesso autore. Gli scritti di Francesco de Sanctis e la loro varia fortuna (Bari, Laterza, 1917). 10. G. Gorresio. scrive il Cantoni (pp. 351-52) dovette in parte la facilità e la profondità colla quale seppe penetrare i concetti più reconditi della filologia moderna alle luminose ed efficaci inspirazioni dal Vico. Posso tra questi menzionare uno dei più illustri, quello stesso che iniziò gli studi indianistici in Italia, voglio dire Gaspare Gorresio ».

APPENDICE

1. Piccoli scritti di vario argomento. Il 24 giugno 1830 l’abate Gaspare Selvaggi da Napoli (1763-1847), teorico della musica, scriveva al marchese Luigi Dragonetti da Aquila (1791-1871), ministro degli Esteri napoletano nel 1848 e nel 1861 senatore del Regno d’ltalia, che il Vico aveva « gettato un gran lievito nelle menti pensanti di tutta l’Europa ». E il Dragonetti, a sua volta, conchiudeva una lettera a Melchiorre Delfico del 12 settembre 1830 con l’osservare che, sino a quel tempo, soltanto il Vico aveva « idoleggiato il concetto » di ciò che debba essere veramente la storiografia. Gir. Spigolature nel carteggio letterario e politico del marchese Luigi Dragonetti (Firenze, 1886), pp. 135 e 220. Il Vico è ricordato in taluni Cenni su la istruzione de’ napolitani, sul loro carattere morale e sulle cause che vi influiscono, inseriti da Cecilia Folliero De Luna nel volume primo (1840) d’una Rivista viennese, che si pubblicava in italiano a Vienna. Cfr. anche nel volume quarto le pp. 21-23. Inoltre dello studio delle opere vichiane a Vienna si discorre 42 *